Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 06 settembre 2013

I discepoli di Gesù...

Ancora una volta il comportamento di Gesù fa scandalo. I suoi discepoli non si comportano come i discepoli di Giovanni Battista e i discepoli dei farisei e non vivono le loro stesse mortificazioni. Gesù risponde a questo che sembra essere un rimprovero diretto non tanto a suoi discepoli ma allo stesso Gesù, nel quale non si riconosce una vera guida illuminata. La risposta di Gesù allora si pone proprio sul piano della comprensione della sua persona. L'incomprensione sul comportamento dei discepoli in realtà nasconde l'incomprensione sulla figura di Gesù. Egli usa l'immagine dello sposo per indicare l'attesa per la seconda sua venuta, quando nella gloria egli ricapitolerà in sé tutto l'universo. L'immagine del vestito nuovo e del vino nuovo sono simboli della venuta di Cristo, che offre in abbondanza i suoi doni nella novità dell'annuncio del suo Regno. Gesù parla anche di uno sposo "strappato" ai suoi discepoli per annunziare il suo mistero pasquale di Morte e Risurrezione. In queste immagini, Gesù parla di se stesso e della sua missione e richiama anche le esigenze del nuovo discepolato da Lui stesso inaugurato. Il vino nuovo ha bisogno di nuovi otri indica la necessità, per noi, di una vera conversione del cuore perché possiamo godere fruttuosamente degli abbondanti e prelibati doni messianici. Non possiamo accontentarci di una vita spesa nell'indifferenza e riducendo al minimo indispensabile il nostro incontro con il Signore, tanto per poterci chiamare dei bravi cristiani! L'amore dello Sposo per la sposa è così totalizzante che richiede una risposta d'amore completa. È uno Sposo di misericordia ma anche esigente, che chiede la fedeltà assoluta. È questa l'esortazione per noi: scoprire questo amore infinito dello Sposo che chiede la nostra corrispondenza nella sincerità del cuore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Pregare per gli altri

«Un fratello fece visita ad un anziano che aveva il dono del discernimento e lo supplicò con queste parole: "Prega per me, padre, perché sono debole". L'anziano gli rispose: "Uno dei padri una volta ha detto che chi prende dell'olio in mano per ungere un malato, trae giovamento lui per primo, dall'unzione fatta con le sue mani. Così chi prega per un fratello che soffre, prima ancora che questi ne tragga giovamento, lui stesso ha la sua parte di guadagno, a causa del suo intento di amore. Fratello mio, preghiamo dunque gli uni per gli altri, per essere guariti, perché Dio stesso ce lo ha ordinato attraverso l'apostolo"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN QUALI TEMPI SI DICE L'ALLELUIA

Dalla santa Pasqua fino a Pentecoste si dica sempre l'Alleluia sia nei salmi che nei responsori; da Pentecoste invece fino all'inizio della Quaresima lo si dica ogni notte soltanto con gli ultimi sei salmi dell'Ufficio notturno. Ogni domenica poi fuori del tempo quaresimale i cantici dell'Ufficio notturno, le Lodi, Prima, Terza, Sesta e Nona si dicano con l'Alleluia; ai Vespri invece non si dica. Ma i responsori non si dicano con l'Alleluia se non da Pasqua a Pentecoste.


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