preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
"Resta con noi Signore" è l'invocazione dei discepoli di Emmaus al Cristo Risorto. L'incontro di Gesù con i discepoli affranti che vanno via da Gerusalemme è l'incontro che cambia definitivamente la loro vita. Il Risorto non è solo cronaca cittadina ma diventa, in quella sera, per i discepoli di Emmaus, esperienza concreta, mistero d'amore. Nel brano evangelico di oggi, Gesù sfugge da chi lo cerca, non per disilludere chi aveva posto speranza in Lui, ma proprio perché non vuole che ogni incontro che fa sia un vero incontro di salvezza, per la salvezza. Ogni incontro con Gesù deve essere significativo come esperienza concreta di misericordia e di salvezza. Gesù non è un guaritore dalla facile piazza e non chiede il plauso incondizionato. Il solo atteggiamento di Gesù che non vuole accettare soltanto un riconoscimento terreno può essere di insegnamento per noi; possiamo però leggere questo episodio anche nella vera prospettiva messianica dell'annuncio del Regno di Dio. Il Messia è colui che compie l'opera del Padre, non chi vuol realizzare soltanto aspettative terrene. Il Figlio dell'Uomo ha da compiere proprio questa missione datagli dal Padre. Egli vuole che in ogni manifestazione della sua divinità, operando i miracoli e sanando, vi sia la manifestazione dell'amore del Padre. È il "non mi toccare" che Egli rivolge, appena dopo la risurrezione, alla Maddalena perché il suo amore sincero diventi fonte di salvezza vera. Anche per noi l'incontro che abbiamo con Gesù, sia fecondo per la conversione dei nostri cuori. Non cerchiamo Gesù perché risponda ai nostri piani terreni ma chiamiamolo perché anche noi riconosciamo, nella nostra vita, il piano di salvezza che il Padre ha preparato per noi.
La preghiera non è una conquista «Se vuoi pregare hai bisogno di Dio, 'che dona la preghiera a chi prega". Invocalo dunque dicendo: "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno", cioè lo Spirito Santo e il tuo Figlio unigenito. Questo, infatti, il suo insegnamento, quando ha detto di "adorare il Padre in spirito e verità"».
COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE NEI GIORNI FERIALI Ma la celebrazione delle Lodi e dei Vespri non deve assolutamente passare mai senza che alla fine il superiore reciti per intero l'Orazione del Signore a voce alta in modo da essere udito da tutti, a motivo delle spine degli scandali che sogliono spuntare; affinché i fratelli, sentendosi impegnati dalle parole della stessa Orazione: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo», cerchino di emendarsi da questo vizio. Alle altre Ore invece si dica a voce alta solo l'ultima parte, in modo che tutti rispondano: «Ma liberaci dal male».
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