preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nel Vangelo di San Luca la missione pubblica di Gesù comincia, con la potenza dello Spirito Santo, subito dopo le tentazioni. Non a caso, Gesù stesso sceglie la città di Nàzareth come inizio l'annuncio la venuta del nuovo Regno messianico. A Nàzareth è stato allevato con amore e cura nella Santa Famiglia; una vita trascorsa nel nascondimento e nell'umiltà del servizio pronto e generoso. Proprio a Nazareth, il Figlio di Dio vuole sùbito provocare una reazione per costringere tutti a domandarsi chi veramente Egli sia. È il Messia della Misericordia, dell'annuncio del Nuovo Regno di pace. In questa scelta di Gesù, però scopriamo la vera essenza di questo regno Messianico. L'incarnazione ci mostra la proposta di Dio; proprio attraverso il passaggio con l'umanità di Cristo si realizza il Regno Messianico. Possiamo aggiungere che con la vita umile e di obbedienza del nascondimento di Cristo nella casa di Nazareth ci sono mostrate le virtù capaci di realizzare questo disegno divino. A Nazareth, nella sua casa, vi è la vera palestra dove Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. La Missione e l'annuncio del Regno è nel segno dell'obbedienza al Padre; obbedienza che Gesù aveva già annunciato con l'obbedienza a Giuseppe, padre terreno della Santa Famiglia. Le armi della preghiera, umiltà, sacrificio sono nella dotazione della palestra che Gesù ha sperimentato nei trenta anni di vita di nascondimento. Lo scandalo è proprio questo; non sono le armi che ci si aspettava per chi doveva inaugurare il regno come potenza umana e non irrompere del Regno di Misericordia. Impariamo da Gesù a fortificarci nelle vere virtù perché in Lui si realizzi la pienezza del Regno!
«La cella del monaco è la fornace di Babilonia, dove i tre fanciulli trovarono il Figlio di Dio; e la colonna di nube, da cui Dio parlò a Mosè».
La cella è il sinonimo della preghiera, perché è il luogo dove, nel segreto e nella verità, ci collochiamo davanti al Padre. E quando la preghiera è luce e fuoco, allora la cella diventa una fornace ardente e il luogo dove si manifesta la nube luminosa.
COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE La domenica alle Lodi mattutine si dica prima il salmo 66, senza antifona, di seguito;poi il salmo 50, cantato con l'Alleluia; dopo di esso il 117 e il 62; quindi il cantico Benedicite (Dn 3,57-88) e le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apocalisse a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.
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