Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 26 giugno 2013

Una indelebile impronta di autenticità.

Suscitano ammirazione ed invidia coloro che possono presentarsi al mondo e poter dire agli uomini di parlare in nome di Dio. Si dotano di una garanzia di verità inconfutabile perché annunciano i pensieri dell'onnipotente, dell'onnisciente, che nessuno oserebbe contestare. Lo stesso Signore, nel corso della storia incessantemente ha cercato e trovato uomini particolarmente sensibili alla sua voce e li ha inviati per rivelarsi e per indicarci la via del ritorno dopo la defezione del peccato: sono i profeti di cui leggiamo gli annunci nella scrittura sacra. Quanti però arbitrariamente, non per mandato divino, ma solo per propria presunzione, si sono presentati a proclamare con inganno le proprie parole, i personali annunci. È praticamente innumerevole ed ininterrotta la schiera dei falsi profeti; hanno infestato il campo del Signore come la gramigna mescolata al buon grano. Hanno l'arte della seduzione e riescono sempre ad attrarre un buon numero di ingenui e di sbandati. Per questo Gesù ammonisce i suoi: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci". La veste di pecora da l'immagine della mansuetudine: i modi sono accattivanti, il linguaggio è persuasivo per chi non sa guardare dentro e scoprire che sotto le mentite spoglie si nasconde un lupo rapace. Sono "ladri" e "mercenari" e non pastori. "Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza". "Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde". Ora comprendiamo meglio il criterio di scelta che Gesù ci detta: "Dai loro frutti li riconoscerete". L'impronta di autenticità per riconoscere i veri profeti e smascherare i falsi, sono i loro frutti, cioè o vivono in piena coerenza quello che annunciano e sono perciò conformati a Cristo nella santità, oppure "dicono e non fanno", come i farisei al tempo di Gesù. Come la verità viene a galla, anche la menzogna non può restare sempre nascosta.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "Come si dissipa un tesoro scoperto, così qualsiasi virtù, quando è resa notoria e manifesta, svanisce.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NESSUNO ARDISCA ARBITRARIAMENTE PERCUOTERE O SCOMUNICARE UN ALTRO

Si eviti nel monastero ogni occasione di presunzione. Perciò ordiniamo e stabiliamo che nessuno può scomunicare qualcuno dei fratelli o percuoterlo, se non ha ricevuto l'autorizzazione dall'abate. I colpevoli siano ripresi alla presenza di tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore (1 Tm 5,20). Quanto ai fanciulli fino all'età di quindici anni, sia cura e impegno di tutti il tenerli sotto disciplina; ma anche qui con grande moderazione e buon senso. Se qualcuno, senza ordine dell'abate, ardisce arrogarsi in qualche modo questo potere contro i fratelli già adulti, oppure infierisce senza discrezione sui fanciulli, sia sottoposto alla disciplina regolare, poiché sta scritto: «Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te» (cf. Tb 4,16; Mt 7,12).


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