preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il Servo di Dio esprime le sue difficoltà, l'ostilità e la persecuzione incontrate nell'adempimento della sua missione. Ma rimanendo sempre un discepolo in stato di ascolto e di fedele trasmissione della Parola, egli si sente confortato da Dio che lo assiste. Il pieno assenso lo fortifica e lo rende mansueto. Le violenze di cui è l'oggetto, annunziano quelle sopportate da Gesù negli ultimi giorni di vita terrestre. Sono esempi che hanno spesso aiutato i martiri e i testimoni nel loro comportamento eroico di donazione totale. Abbiamo anche noi la stessa speranza in Dio che esprimiamo con l'invocazione del ritornello del salmo responsoriale: O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi! Nel vangelo invece evangelista Matteo spiega i preparativi della cena pasquale (l'ultima cena), svelando anche il programma di tradimento ad opera di Giuda Iscariòta. Ormai tutte le disposizioni sono state prese. Il dono ultimo è giunto a maturazione, secondo le Scritture. Il testo evangelico evidenzia due libertà: la libertà di consegnare (latino: tradìre, tradìtio) e la libertà di donarsi; con la grazia dell'avvenuta risurrezione, l'uomo è capace di dare la propria vita per Dio. Anche il mercoledì santo fiorirà nella luce della Veglia pasquale, con il rinnovamento degli impegni battesimali.
Un anziano disse: «Se l'uomo fa la volontà del Signore, non finisce mai di udire la voce interiore».
QUELLI CHE PIÙ VOLTE RIPRESI NON VOGLIONO CORREGGERSI Se un fratello, ripreso più volte per una qualsiasi colpa, se anche scomunicato, neppure così si sarà corretto, si usi con lui una punizione più severa, cioè lo si sottoponga al castigo delle battiture. Ma se nemmeno così si vorrà emendare, anzi levatosi in superbia - che non sia mai! - oserà addirittura difendere la sua condotta, allora l'abate agisca come un medico esperto: se ha adoperato i lenitivi, gli unguenti delle esortazioni, i farmaci delle divine Scritture e infine le bruciature della scomunica o delle piaghe delle verghe, e costata ormai che a nulla approdano le sue industrie, faccia ricorso - ciò che vale di più - alla preghiera sua e di tutti i monaci, affinché il Signore, a cui tutto è possibile, operi la guarigione del fratello infermo. Ma se neppure così quegli guarirà, allora l'abate usi senz'altro il ferro dell'amputazione, come dice l'apostolo: «Togliete il malvagio di mezzo a voi» (1 Cor 5,13); e ancora: «Se l'infedele vuole andarsene, se ne vada» (1 Cor 7,15), perché una pecora infetta non contagi tutto il gregge.
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