Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 14 marzo 2013

Perdona, Signore, le colpe del tuo popolo...

L'Alleanza è stata appena conclusa, e Dio costata che il popolo si è costruito un vitello d'oro da adorare come se fosse una divinità. La sua reazione è immediata: “Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. Ho lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione”. Il momento era tragico per Dio: ripudiare il suo popolo e lo stesso Mosè, o mettere nuovamente la fedeltà umana alla prova? Avviene allora la sconvolgente intercessione di Mosè presso il Signore Dio, che si conclude con insistenza: “Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo”. Dio riconosce la funzione di intercessore di Mosè. In modo analogo, Gesù, sempre vivo nella comunità ecclesiale, intercede per noi e con noi. La testimonianza di Gesù sottolinea la distanza tra “io” e “voi”: Commovente è l'affermazione che riassume tutto il programma del Redentore: “Io sono venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste... C'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza”. La fede dei giudei è deviata; non sono stati capaci di leggere la Sacra Scrittura con il cuore e la mente, e sono rimasti chiusi nel legalismo. Il tempo di Quaresima insiste anche sul dovere di essere adulti nella fede, di capire con coerenza i testi sacri; la vita di Gesù era un programma e una testimonianza resa alla verità e alla continuità dell'Alleanza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Amare è far esistere l'altro, forse è ascoltarlo invece di parlare, ricevere da lui invece di voler dare. Forse egli aspetta che io abbia bisogno di lui».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI

Ai Vespri si cantino ogni giorno quattro salmi, a partire dal 109 fino al 147, eccettuati quelli che si devono utilizzare per altre Ore, cioè dal salmo 117 al 127 e inoltre il 113 e il 142; tutti gli altri si dicano ai Vespri. E poiché verrebbero a mancare tre salmi, si devono dividere della serie suddetta i più lunghi, cioè il 138, il 143 e il 144; invece il salmo 116, dato che è molto breve, si unisca al 115. Stabilito così per i Vespri l'ordine dei salmi, tutto ciò che rimane, cioè la lettura, il responsorio, l'inno, il versetto e il cantico si compia come abbiamo indicato sopra.


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