preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
In questa domenica si percorre un itinerario che, partendo dal progetto di conversione (il Vangelo del figlio fuggitivo dal Padre), si torna a Cristo che riconcilia e introduce nella casa (seconda lettura), per celebrare tutti insieme la Pasqua (prima lettura). Per la prima volta, si ricorda, con Giosuè, la celebrazione della Pasqua, “alla sera”, dopo l'ottenuta liberazione dall'Egitto e l'accampamento in Gàlgala, nella steppa di Gérico. Inizia davvero il cammino verso la Terra Promessa. In quel giorno, per Israele la prima notte in libertà, è solennizzata con l'importante rito pasquale. “Oggi ho allontanato da voi l'infamia d'Egitto”. Un altro cambiamento significato colpisce l'immaginazione. Dopo quaranta anni nel deserto, con un nutrimento composto prevalentemente dalla manna, tutti “mangiarono i prodotti della regione, azzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno”. La manna sparisce, senza alcun rimpianto: “in quell'anno mangiarono i frutti della terra di Cànaan”. Paolo ai Corinzi, annunzia il rinnovamento pasquale: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”. Il rinnovamento avviene grazie alla riconciliazione. Il ministero apostolico comunica la grazia nel nome di Cristo: tutti sono invitati a lasciarsi riconciliare con Dio, per ottenere la giustizia. Gesù ha dato l'esempio della solidarietà con i peccatori: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui, giustizia di Dio”. Alla solidarietà del Signore, non può che corrispondere la nostra lode, con lo stesso Signore. Il vangelo di Luca trasmette una parabola della misericordia. Gesù frequenta i peccatori e mangia con loro: segno di vera vicinanza spirituale. Gli stessi si avvicinano a lui per ascoltarlo; il fatto è disapprovato dai farisei e dagli scribi. La parabola dei due figli e del padre accogliente rivela l'atteggiamento di Dio che organizza una festa in occasione del ritorno del figlio ribelle; il figlio maggiore non sente la necessità di una festa, visto che è chiuso nella sua rigidità morale, e con i farisei e gli scribi non si è accorto del nuovo orizzonte della Storia della salvezza: alla lontananza nutrita da orgoglio, si sostituisce la somiglianza creata dall'amore. La casa del Padre è una dimora di comunione, perché :"tutto ciò che è mio è tuo".
"Abba Poimen disse: 'Al cenobio sono necessarie tre attività: una è quella dell'umiltà, un'altra è quella che tende all'obbedienza e un'altra è quella che muove e pungola in vista dell'opera cenobitica".
QUANTI SALMI DEVONO DIRSI IN QUESTE ORE Per la sinassi dei Vespri si cantino quattro salmi con le antifone; 8dopo questi si dica la lettura, quindi il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania, l'Orazione del Signore e si concluda. Compieta infine consista nella recita di tre salmi, di seguito, senza antifona; segua l'inno proprio di questa Ora, una lettura, il versetto, il Kyrie eleison e con la benedizione si concluda.
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