Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 29 gennaio 2013

Chi sono i miei...?

Ordinariamente noi, nella nostra realtà umana, non facciamo fatica a riconoscere il valore e l'importanza del vincolo di sangue, che naturalmente ci unisce anche nella sfera affettiva e di parentela: è, senza alcun dubbio, un'appartenenza importante per tutti i significati che racchiude. È decisamente più difficile convincersi che possano esistere stati di comunione spirituali, così intensi e coinvolgenti, capaci di stabilire un primato rispetto ai significati, pur profondi, della parentela originata dalla consanguineità. Gesù, che aveva detto: “quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito”, ora afferma e ribadisce tutto questo dinanzi ad una grande folla, che lo sta ascoltando e sta assimilando i suoi insegnamenti per farli diventare motivi decisivi per l'orientamento della loro vita. Potremmo dire che si sta realizzando tra Colui che parla e coloro che ascoltano, una vera e propria comunione nella Parola. Gli astanti avvertono Gesù: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». Gesù vuole far comprendere, e l'occasione che gli si presenta è davvero propizia, che non è sufficiente ascoltare la sua parola per stabilire una vera e profonda comunione con Lui. Occorre ascoltare e mettere in pratica o maglio, come egli dice, bisogna “compiere” la volontà di Dio, riempire cioè con la vita, ciò che si ascolta con le orecchie. Dobbiamo concludere che Gesù ci assimila a se, al punto di definirci fratello, sorella e madre, con la forza della sua parola e anche con la nostra piena ed incondizionata adesione ad essa. È una comunione questa che sfugge a molti, anche a coloro che ricorrono con una certa frequenza a quella sacramentale eucaristica.


Apoftegmi - Detti dei Padri

La stabilità

Troverai la stabilità nel momento in cui scoprirai che Dio è in ogni luogo, che non hai bisogno di cercarlo altrove, che Egli è qui e, se tu non lo trovi qui, è inutile andare a scoprirlo da qualche altra parte, perché non è Lui che assente da noi, ma siamo noi che siamo assenti da Lui... Questo è importante, perché è solo nel momento in cui riconosci ciò, che puoi veramente trovare la pienezza del Regno di Dio in tutta la sua ricchezza dentro di te; che Dio è presente in ogni situazione e ovunque e che tu potrai dire: "Allora starò dove sono".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Temere il giorno del giudizio. Aver terrore dell'inferno. Desiderare la vita eterna con tutto l'ardore dello spirito. Avere ogni giorno la morte presente davanti agli occhi. Vigilare ogni momento sulle azioni della propria vita. Essere convinti che in ogni luogo Dio ci guarda. Spezzare subito contro Cristo i cattivi pensieri che sorgono nel cuore e manifestarli al padre spirituale.


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