Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 31 ottobre 2012

La porta stretta per entrare nel Regno.

La vita di ogni uomo, il percorso di ritorno a Dio di tutta l'umanità è paragonabile ad un duro ed incerto incedere nel deserto, dove tutto è arido e la segnaletica è quasi inesistente. Tutto ci è già stato descritto nella narrazione biblica dell'Esodo. Oggi Gesù, interpellato sul numero di coloro che si salvano, ci parla della porta stretta. Vuole ricordarci che bisogna farsi piccoli ed umili per entrarci, bisogna faticare duro ed essere perseveranti e puntuali all'appuntamento per evitare il gravissimo rischio di arrivare in ritardo e trovare la porta chiusa. Accadde, vi ricordate, anche alle vergini stolte rimaste senz'olio. Nessuno allora potrà accampare scuse dinanzi al giusto giudizio di Dio; a nulla varrà il vanto di pretese intimità con Dio non suffragate dalla verità e dall'autenticità dei nostri comportamenti. Ci sentiremo dire con sgomento: “in verità vi dico, non vi conosco”. Quando la fede si spegne o licenziamo Dio dalla nostra vita, non solo smarriamo la via del Regno, ma la rendiamo colpevolmente inaccessibile a noi stessi e ci ritroviamo fuori, proprio come accadde ai nostri progenitori dopo l'esperienza del primo peccato. Gesù però ancora una volta ci conforta: egli si definisce la porta delle pecore. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un confratello chiese a un anziano: Come viene all'uomo il timor di Dio? E l'anziano rispose: Se un uomo vive in umiltà e in povertà e non giudica gli altri, in questo modo si manifesta in lui il timor di Dio.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO

Qualora poi le condizioni o la povertà del luogo richiedessero che i monaci attendano essi stessi a raccogliere le messi, non ne siano malcontenti, perché allora sono veri monaci quando vivono del lavoro delle proprie mani, come i nostri Padri e gli Apostoli. Tutto però si faccia con discrezione, tenendo conto dei più deboli.


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