Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 12 ottobre 2012

Se scaccio i demoni col dito di Dio, è giunto a voi il regno di Dio...

Alla guarigione di un ossesso, Luca ha unito la serrata discussione di Gesù con alcuni della folla intorno al potere di scacciare i demòni. Essi sono persuasi che Gesù compia questi gesti “in nome di Beelzebùl, capo dei demòni”. Quindi la testimonianza messianica dell'opera liberatrice di Gesù sarebbe del tutto falsa. Tanto che altri per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo, appunto per autenticare le sue pretese messianiche. Comunque il “segno dal cielo” che Dio dà, non è mai di potenza, ma di umiltà, è la croce. In quel segno dona tutto se stesso, e si rivela come amore per noi. La risposta di Gesù a quelle malevoli e calunniose insinuazioni è decisa e stringente: “Che se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà sussistere? E, i vostri figli, in nome di chi li scacciano?”. Queste argomentazioni polemiche introducono una spiegazione che è un annuncio: se nella potenza dello Spirito di Dio, Gesù scaccia i demoni, è chiaro che “è giunto a voi il regno di Dio”. Succede, come nel caso di quel uomo forte, che fa la guardia al suo palazzo. Se ne giunge “un altro più forte di lui e lo vince” si impossessa di quella abitazione. Gesù è il più forte, preannunciato già dal Battista, è il sole che viene dall'alto. La casa dell'uomo era occupata dal nemico a causa del peccato. Ora viene liberata da Gesù, e il peccatore può ritornare a “casa sua” nel regno del Padre da cui era fuggito per la disubbidienza. Gesù ci dice di stare attenti per non tornare prigionieri di Satana, perché è sempre un leone ruggente che cerca di divorare, bisogna resistergli nella fede. Lo si vince semplicemente, tenendo salda la fiducia nel Padre.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano ha detto: «Bisogna fuggire tutti gli artefici d'iniquità senza eccezione, siano amici o parenti, posseggano dignità di sacerdoti o di principi; perché evitare la loro compagnia ci procurerà l'intimità e l'amicizia di Dio».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LETTORE DI SETTIMANA

Si osservi a tavola un perfetto silenzio, in modo che non si oda alcun bisbiglio o altra voce all'infuori di quella del lettore. Quanto occorre per mangiare e bere, i fratelli se lo porgano a vicenda, senza che alcuno abbia bisogno di chiedere alcunché. Tuttavia, se proprio occorre qualcosa, lo si chieda col suono di un oggetto qualunque piuttosto che con la voce. E non ardisca nessuno chiedere spiegazioni su quanto si legge o su altro argomento, per non dare occasione di parlare; a meno che il superiore non voglia dire lui due parole di edificazione. Il fratello lettore di settimana, prima di incominciare a leggere, prenda un po' di vino e per rispetto alla santa comunione e perché non gli riesca troppo gravoso mantenere il digiuno; 11dopo, mangi con i settimanari di cucina e i servitori. I fratelli poi non devono leggere tutti per ordine di anzianità, ma soltanto quelli che possono farlo in modo da edificare chi ascolta.


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