Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 10 settembre 2012

Salvare una vita in giorno di Sabato.

La contrapposizione nei confronti del Cristo da parte del Giudaismo ufficiale cresce man mano che il Redentore annuncia e testimonia la buona novella dell'amore. La grettezza e la miopìa spirituale sono nemici del messaggio di salvezza universale, i nemici del Signore non tollerano, in nome della legge, gli afflati di bontà e di misericordia egli sta spargendo sulla terra. Non siamo esenti da certe assurde manifestazioni di zelo neanche noi: quante volte, codice alla mano o meglio, Bibbia alla mano, leggiamo la Parola di Dio per usarla come strumento di giudizio e di condanna spietata. Quanti ancora ai nostri giorni, nelle nostre chiese, scandiscono sentenze di morte per coloro che cercano la risurrezione e la vita e lo fanno o pretendono di agire nel nome di Cristo. Gesù, a scanso di equivoci dichiara apertamente: «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui». Gli scribi e i farisei invece non riescono e non vogliono comprendere la novità che Cristo sta annunciando. Sono preoccupati prevalentemente che la legge, come loro stessi la intèrpretano e di cui si sentono custodi esclusivi, sia osservata e si dimènticano così dello scopo ultimo che il Signore ha voluto annettere a tutta la rivelazione. Gesù nel vangelo di oggi sfida apertamente i suoi nemici: «Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». È bello, consolante, che il Signore ci ponga al centro, nel mezzo: così egli dichiara il primato dell'uomo e la sua sublime dignità. Egli già sta dicendo ai suoi nemici e a tutti noi che prima della legge o il cuore stesso della legge è l'uomo con le sue miserie, le sue più urgenti necessità, la sua salvezza e la sua guarigione. Il culmine dell'insipienza è la reazione che gli scribi e i farisei hanno dopo che Gesù ha compiuto il miracolo: «Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù». Quando sgorga in noi la rabbia dinanzi alla bontà divina vuol dire che la perversione ha raggiunto gli abissi più profondi. Che Dio ci scampi e liberi da tali pensieri. Noi lodiamo Dio perché eterna è la sua misericordia!


Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad abba Matoes: 'Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri non riesco a trattenerla, ma in ogni loro buona azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?' L'anziano gli rispose: 'Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere spigoloso, ma sferico, per poter rotolare verso tutti'. E disse: 'Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono i forti infatti che vanno in mezzo agli uomini".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI

Alle Ore diurne si inizi sempre con il versetto: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2) e il Gloria; quindi l'inno di ciascuna Ora. A Prima della domenica si dicano quattro strofe del salmo 118; nelle altre Ore, cioè a Terza, Sesta e Nona, tre strofe per volta dello stesso salmo 118.


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