Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 02 luglio 2011

Il digiuno e le nozze.

I discepoli di Giovanni entrano in conflitto con quelli del Signore e gli domandano: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?». L'appunto è rivolto direttamente ai discepoli, ma va a colpire lo stesso Cristo, che è il loro maestro e responsabile dei loro comportamenti. Gesù non esita a dare la spiegazione: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno». Il Signore vuole sublimare il significato e il valore del digiuno e nel contempo indicarne i momenti più opportuni. Gesù si autodefinisce "sposo" e annuncia che l'avvento del Regno che egli annuncia ed incarna con la sua presenza è motivo di gioia e di festa. Si sta quindi celebrando un banchetto nuovo e gli uomini, tutti gli uomini, i discepoli in prima persona sono gli invitati alle nozze. Non è pensabile pensare e proporre il digiuno mentre si celebrano le nozze e si è nel pieno della festa. Solo quando lo sposo non sarà più presente, perché violentemente tolto e condannato alla crudele passione, anche gli apostoli digiuneranno. Allora ecco la nuova concezione del digiuno, è determinato da un'assenza, da un lutto, da un distacco, da una forzata privazione e dall'attesa di un ritorno dello sposo. La gioia cristiana muore con Cristo e risorge con Lui. Ora fin quando non entreremo alle nozze finali nel banchetto celeste, viviamo nell'attesa della beata speranza e il digiuno diventa l'alimento necessario della fede e la testimonianza doverosa della nostra gratitudine verso colui che l'ha praticato ininterrottamente per trentatré anni, restando tra noi nell'umiliazione della carne.


Memoria del Cuore Immacolato di Maria
Memoria mariana di origine devozionale istituita da Pio XII, l'odierna celebrazione ci invita a meditare sul mistero di Cristo e della Vergine nella sua interiorità e profondità. Maria, che custodisce la parola e i fatti del Signore meditandoli nel suo cuore (Lc 2,19), è dimora dello Spirito Santo, sede della sapienza (Lc 1,35), immagine e modello della Chiesa che ascolta e testimonia il messaggio del Signore. Lo Spirito Santo che ha preparato il Cuore della Vergine Maria a essere la dimora del Cristo e il tempio vivente di Dio. La grazia porta anche a noi la presenza divina, che ci consacra e ci dà gioia.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse un giorno abba Ilarione: «Essere tristi è quasi sempre pensare a se stessi»


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e tendi l'orecchio del tuo cuore; accogli volentieri i consigli di un padre affettuoso e mettili efficacemente in pratica, affinché, con la fatica dell'obbedienza, tu possa ritornare a Dio, dal quale ti eri allontanato per la pigrizia della disobbedienza. A te dunque si rivolge ora la mia parola, chiunque tu sia, che rinunziando alle tue proprie voglie, cingi le forti e gloriose armi dell'obbedienza, per militare sotto Cristo Signore vero re.


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