preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
È gioiosa e rassicurante la splendida teofanìa che oggi la Chiesa ci invita a contemplare insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni. Ci sono richieste alcune condizioni: dobbiamo essere presi e condotti sul monte da Gesù. È impossibile infatti pretendere di vedere Dio dai bassifondi della nostra povera umanità. Si richiede una assunzione ed una illuminazione previa. C'è poi un ordine solenne già scandito dall'Alto nel Giordano che viene ripetuto per noi: «Ascoltàtelo». Sì, è urgente ascoltare ora più che mai perché quanto dobbiamo ascoltare, totalmente ci coinvolge ed è duro e quasi incomprensibile per noi. Colui che è stato proclamato dal Padre celeste «Figlio mio prediletto», ora sta per subire una assurda condanna. Egli stesso va parlando di croce e di morte gettando lo scompiglio nel cuore e nella mente dei suoi apostoli e dei suoi discepoli. Per capire la croce bisogna almeno sorseggiare la gloria. Per capire il vero significato di un volto sfigurato e di un corpo martoriato bisogna contemplarlo splendente di luce divina ed emanante indicibile gioia. È una testimonianza che non serve soltanto ai tre fortunati testimoni, ma ad ognuno di noi che sperimentiamo nel cammino della nostra vita l'esperienza del dolore, delle nostre croci e di tutti i limiti umani. Illuminati dalla fede e dal bagliore divino che emana dalla persona di Gesù, dobbiamo in modo stabile e definitivo accostare i due monti importanti che indicano la mèta della nostra esistenza: il Tabor e il Gòlgota. Non potremmo raggiungere la vetta del primo senza aver faticosamente scalato prima il secondo. Comprendiamo in questa prospettiva cosa comporti l'impegno della salita, della sequela e dell'ascolto. È il modo concreto di dare il nostro pieno ed incondizionato assenso al Signore. Facciamo veramente nostro il suo invito: «Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà». Il Tabor e il Gòlgota sono la via della salvezza. La stessa croce non ci spaventa più se la vediamo già spoglia e luminosa, trasformata in albero di vita. Occorre però creare una migliore sintonia tra la Parola di Dio e il nostro mondo chiassoso e distratto. Ci si sta operando ed affannando per nascondere e cancellare la croce da ogni esperienza umana. L'uomo del terzo millennio sta cercando invano di costruire dei piccoli Tabor di fatue trasfigurazioni e di cancellare e spianare i "gòlgota" del dolore e della sofferenza. Il risultato evidente è un grande disorientamento. Senza le debite ascese ci si cala nel deserto piatto e senza strade. E lì... il silenzio e di tomba!
L'abate Iperechio ha detto: «Abbi sempre nello spirito il Regno dei Cieli, e presto l'avrai in eredità».
COME DEVONO DORMIRE I MONACI Ciascuno dorma in un letto a sé. L'arredamento del letto lo ricevano ognuno secondo il grado di fervore di vita monastica, a giudizio dell'abate. Se sarà possibile, dormano tutti in uno stesso locale; se invece il numero rilevante non lo permette, dormano a gruppi di dieci o di venti insieme ai loro decani che vigilino su di loro. Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lucerna fino al mattino. I monaci dormano vestiti e con i fianchi cinti di semplici corde o funicelle, in modo da non avere a lato i propri coltelli, perché non abbiano a ferirsi inavvertitamente durante il sonno, e in modo da essere sempre pronti, cosicché appena dato il segnale si alzino senza indugio e si affrettino a prevenirsi l'un l'altro all'Opus Dei, sempre però in tutta gravità e modestia. I fratelli più giovani non abbiano i letti l'uno vicino all'altro, ma alternati con quelli degli anziani. Quando poi si alzano per l'Opus Dei si esortino a vicenda delicatamente, per togliere ogni scusa ai sonnolenti.
home | commento | letture | santi | servizi | archivio | ricerca | F.A.Q. | mappa del sito | indice santi | preghiere | newsletter | PDA | WAP | info