Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 03 febbraio 2011

Abbiamo conosciuto, Signore, il tuo amore.

Il Santo Evangelista Marco è assai sensibile al fatto che Gesù è venuto a liberare l'uomo. Egli spesso nel suo Vangelo ci parla di Gesù che libera la gente dal demonio. E proprio oggi il Vangelo ci dice che Gesù mandò i suoi Apostoli "a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri". Ma, per la riuscita in questo ministero e nell'apostolato, Gesù "ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche". E cioè: chi è chiamato al ministero di predicazione e di liberazione è chiamato a povertà stretta come sapevano fare gli Apostoli di Cristo e i Santi, e poi ci vuole: preghiera, digiuno e penitenza! Oggi ci siamo un po' tutti imborghesiti e appesantiti di cose, spesso superflue, e ci siamo anche arricchiti. La gente non ci ascolta quasi più, e le vocazioni... se ne vanno anche quelle poche che ci sono rimaste. E tutti si domandano. "Ma perché? Ma perché...?, E si fanno conferenze a non finire sull'argomento. La risposta sta nel Vangelo di oggi: leggiamolo e mettiamolo in pratica, incominciando da me! Torniamo tutti al Vangelo e alla santa Regola, e con Rosario in mano! E vedrete come i demoni scapperanno...! E ci sarà un vero risveglio nella fede in mezzo ai fedeli, e anche tante belle nuove vocazioni tra i giovani. "Ed essi, partiti, conclude così oggi il Vangelo, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano".


Apoftegmi - Detti dei Padri

"Abba Abramo, discepolo di abba Agatone, chiese ad abba Poemen: 'Come mai i demoni mi combattono?'. 'Ti combattono i demoni? - gli dice abba Poemen - Non combattono contro di noi finché facciamo la nostra volontà; infatti le nostre volontà sono demoni, e sono esse che ci tormentano, fino a quando non le compiamo. Vuoi vedere con chi combatterono i demoni? Con abba Mosè e quelli simili a lui".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'OBBEDIENZA DEI DISCEPOLI

Il principale contrassegno dell'umiltà è l'obbedienza senza indugio. Essa è propria di coloro che ritengono di non aver nulla più caro di Cristo; i quali, sia per il servizio santo a cui si sono consacrati, sia per il timore della geenna e la gloria della vita eterna, non appena dal superiore viene comandato qualcosa, come se l'ordine venisse da Dio, non sopportano alcun ritardo nell'eseguirla. Di questi il Signore dice: «Appena ha udito, subito mi ha obbedito» (Sal 17,45); e ai maestri dice: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Lc 10,16).


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