preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Peccato che questa festa cada proprio dopo Natale, quando siamo distratti e attratti da altre novità e quindi perde la sua incisività. Eppure la famiglia, in un momento di crisi come questo che stiamo vivendo, merita tutta l'attenzione non solo della comunità ecclesiale, ma anche di quella civile perché essa viene ritenuta dai buon pensanti come la prima cellula della società. Le letture che ci preparano al rendimento di grazie a Dio per averci dato una famiglia nella quale nascere, crescere e avere una formazione umana e cristiana, ci portano a considerare la grandezza di questa istituzione primordiale. La prima lettura ci ricorda i doveri verso i genitori: sono raccomandazioni quanto mai urgenti nei tempi che corrono, in cui la maggior parte delle volte essi sono trascurati, lasciati soli dai figli, a volte anche trattati duramente, esigendo essere mantenuti con i loro limitati mezzi. La Parola del Signore ha minacce dure per chi disprezza, abbandona, maledice i genitori. San Paolo, scrivendo ai Colossesi, esorta a cercare la pace nelle famiglia mediante comportamenti equilibrati e rispettosi gli uni verso gli altri: marito, moglie, figli. Anche l'educazione va condotta avanti senza esasperare, nella moderazione, senza debolezza però. Nel brano di Matteo riviviamo le amare vicissitudini della santa famiglia. L'Angelo si rivolge a Giuseppe, come primo responsabile del nucleo familiare. Fuggi in Egitto e poi lascia l'Egitto e torna in Israele. E dinanzi al timore di fermarsi a Betlemme, ancora un ammonimento angelico che gli dice di prendere dimora a Nàzaret. E questo perché si avveri quanto è stato profetizzato. Che cosa ammirare in questa santa famiglia? La docilità e la serenità con cui vengono eseguite indicazioni amare e dolorose. Non è raro il caso in cui le nostre famiglie si ritrovano nelle vicende dolorose della santa famiglia. C'è bisogno allora di coraggio ma anche di tanta fiducia in Dio. Come egli ha guidato la santa famiglia, in mezzo a pericoli e minacce, guiderà anche tutti i nuclei familiari che a lui si affidano. In periodo di crisi per tante nostre famiglie, mi sembra rassicurante quanto la scrittura ci afferma: Sono stato giovane e ora sono vecchio, non ho mai visto il giusto mendicare il pane. E ancora: Temi il Signore e avrai sempre una casa. Impariamo da Giuseppe e Maria a confidare in Dio. Avremo giorni sereni.
Disse: "Come si dissipa un tesoro scoperto, così qualsiasi virtù, quando è resa notoria e manifesta, svanisce.
NESSUNO ARDISCA ARBITRARIAMENTE PERCUOTERE O SCOMUNICARE UN ALTRO Si eviti nel monastero ogni occasione di presunzione. Perciò ordiniamo e stabiliamo che nessuno può scomunicare qualcuno dei fratelli o percuoterlo, se non ha ricevuto l'autorizzazione dall'abate. I colpevoli siano ripresi alla presenza di tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore (1 Tm 5,20). Quanto ai fanciulli fino all'età di quindici anni, sia cura e impegno di tutti il tenerli sotto disciplina; ma anche qui con grande moderazione e buon senso. Se qualcuno, senza ordine dell'abate, ardisce arrogarsi in qualche modo questo potere contro i fratelli già adulti, oppure infierisce senza discrezione sui fanciulli, sia sottoposto alla disciplina regolare, poiché sta scritto: «Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te» (cf. Tb 4,16; Mt 7,12).
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