Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 15 dicembre 2010

Io sono il Signore Dio tuo.

Nel brano che ci viene proposto nelle celebrazione odierna sembra che Dio voglia comunicarci la sua vera identità. Lui solo è Dio e non ve ne sono altri. Credo utile fermare la nostra attenzione e riflessione su alcune affermazioni che ci rivelano la sua divinità. Egli si presenta come creatore di tutte le cose. Ha creato la terra "non come orrida regione ma perché venisse abitata" e a Lui venisse innalzato l'inno di lode. Io sono Dio giusto e salvatore: la salvezza proviene solo da Lui. "Dinanzi a Lui si piegherà ogni ginocchio" e davanti a lui compariranno, pieni di vergogna, quanti non lo hanno accettato come loro salvatore. Ma questo brano contiene quella forte invocazione che la liturgia applica proprio al tempo natalizio: "Stillate, o cieli, dall'alto, e le nubi faccian piovere la giustizia (il Giusto), si apra la terra e produca la salvezza (il Salvatore) e germogli insieme la giustizia (il Giusto)". Entriamo così nel grande progetto di Dio, il progetto della salvezza dell'uomo. Proprio da questa terra, dal fango di questo mondo meraviglioso, di questo cosmo che non riusciremo mai a scoprire, viene a noi il Salvatore, fatto uomo dal grembo della Vergine Maria, dono del cielo all'umanità disorientata, frutto migliore della terra, germoglio della radice di Davide. La parola di Dio tende a convincerci della piena dipendenza da lui. Non siamo noi i creatori, ma è lui e quindi obbedienza amorosa ai suoi comandi, accettazione a quanto egli permette nella nostra vita personale come agli avvenimenti che ci riguardano più o meno da vicino. Data però la radice malata e ribelle della nostra umanità, che tende a proclamare la propria libertà, a gridare il "non serviam", non ti servirò, ecco Dio manda il suo Figlio diletto che nel presepe si fa modello di obbedienza e di umiltà. Voglia il cielo che la vista di questo prodigioso Bambino ci richiami al culto del vero e unico Dio Padre, ci liberi dai tanti ìdoli che ci costruiamo e da quella autosufficienza che tende a deificare l'uomo e a uccidere la fede in lui.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello disse al padre: "Perché non riesco essere libero nel dire al padre spirituale i miei pensieri?". Rispose a lui l'anziano: "il padre Giovanni Nano disse di sforzarsi perché di nulla il nemico gode tanto come di chi non manifesta i suoi pensieri".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Seguendo quindi questi e altri esempi di discrezione, madre di tutte le virtù, egli regoli ogni cosa in modo che i forti desiderino fare di più e i deboli non si scoraggino E soprattutto osservi questa Regola in ogni suo punto, affinché, dopo aver bene amministrato, possa sentire dal Signore, come il buon servo che aveva distribuito il frumento ai suoi compagni a tempo opportuno: «In verità vi dico - afferma - gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni» (Mt 24,47).


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