preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
L'essere affaticati, soffrire l'oppressione è proprio del viandante, del pellegrino, dell'infaticabile cercatore di Dio. E' la fatica del ritorno dopo un lungo e sconsiderato percorso che ci allontana da Dio, dalla casa paterna. La fatica significa il dover riconoscere l'errore commesso, il dover lasciare ciò che prima si è cercato, il ripercorrere la strada a ritroso, in salita con sulle spalle il peso di una croce che ci siamo costruito con le nostre mani: è la fatica della conversione e l'oppressione del male che ancora giace pesante nel nostro spirito. Gesù ci coglie in questa situazione e ci invita a non sbagliare ancora la via: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò". L'essere ristorati da Lui significa che il gioco, prima pesante ed opprimente diventa "dolce" e il carico, prima insopportabile alla nostra povera natura umana, diventa leggero, perché Egli se ne assume il peso portandolo fino al Calvario.
Il padre Isaia disse: "se uno vuole rendere male per male, può ferire la coscienza del fratello anche con un solo cenno".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ Dovunque i fratelli si incontrano, il più giovane chieda la benedizione al più anziano; quando passa un anziano, il più giovane si alzi e gli ceda il posto a sedere e non ardisca sedersi di nuovo se non glielo permette l'anziano; in modo che si avveri ciò che sta scritto: «Gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10). I fanciulli più piccoli e gli adolescenti nell'oratorio e a mensa mantengano con ordine i posti stabiliti; fuori poi e in qualunque altro luogo siano sotto sorveglianza e disciplina, finché non arrivino all'età della discrezione.
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