Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 12 giugno 2009

"Vi fu detto... e io vi dico..."

"Tutto il discorso della Montagna quello delle Beatitudini è un invito ad andare oltre la legge. La legge va osservata comunque ma non in forza della legge in quanto tale, ma dell'amore, che ne è il fondamento e il compimento. Anche i discepoli di Gesù la osservano, ma la vivono e la vivranno con uno spirito nuovo, nell'amore di Dio e nel rispetto degli altri. "Avete inteso che fu detto: non commettere adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore". Non commettere adulterio con gli occhi e non lo commetterai con il cuore. Se il Signore Gesù ha condannato l'ira in maniera assoluta, vietando non solo l'omicidio, ma escludendo anche il minimo risentimento, si può capire la valenza di un sano rapporto con la donna non tua, ma con te, simile nell'immagine di Dio. La posta in palio è grande e portatrice di una dignità da suggerire al Maestro: "se il tuo occhio ti scandalizza cavalo". Il linguaggio simbolico è chiaro: vale la pena sacrificare qualche aspetto dell'esistenza piuttosto che rovinare tutto. La nostra coscienza non è sempre capace di discernere il vero bene dal vero male. Gesù, precisando con tanta chiarezza che il peccato, attraverso il solo desiderio, già abita in noi, e va stanato nel suo profondo, riporta l'uomo nella danza della vita. Non siamo lasciati alle nostre deboli forze. Dio stesso opera in noi, per mezzo dello Spirito Santo, il volere e l'operare, pur lasciando in gioco la nostra libertà. "O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo".


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba Isaia rispose alla domanda: "Che cos'è l'amore del denaro?». "È il non credere che Dio si prenda cura di te, il disperare delle sue promesse, e il voler farti grande da solo".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Colui che è stato costituito abate pensi sempre quale peso si è assunto e a chi deve rendere conto della sua amministrazione (Lc 16,2); e sappia che deve più giovare che dominare. Per questo bisogna che egli sia dotto nella legge divina, perché sappia da dove trarre insegnamenti nuovi e antichi (Mt 13,52); sia casto, sobrio, misericordioso, umile, e sempre faccia prevalere la misericordia sulla giustizia (Gc 2,13), per ottenere lo stesso anche lui.


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