Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 10 giugno 2009

"Non sono venuto per abolire ma per dare compimento".

Il brano evangelico di oggi è costituito da una serie di sentenze intorno al valore e all'osservanza della legge. "Non pensate che io sia venuto ad abolire". Con tale annuncio di stile profetico circa il valore permanente della legge in tutte le sue parti, - perfino "un iota", elemento più piccolo dell'alfabeto non potrà essere cambiato -, il Signore dichiara che tutto sarà conservato. Addirittura la durata perenne della legge è stabilita mediante due riferimenti temporali: "finché non siano passati il cielo e la terra... tutto si compia". Il grado di partecipazione al Regno, "chi li trasgredirà... chi li osserverà", è rispondente alla capacità di assolvere quei debiti che solo l'amore conosce. Non si tratta di una osservanza strettamente legale. Il valore di una persona, la magnanimità del suo spirito, è "fare e insegnare" ciò che il suo cuore le suggerisce. C'è da notare che in tutto il testo traspare un accento polemico. Le ipotesi possono essere tante, ma quasi tutte riconducibili al vissuto e al cammino di fede della comunità. Quello che predomina è che l'attuale testo evangelico offre la presa di posizione di Gesù di fronte alla legge come è stata conservata nella tradizione cristiana. In questa prospettiva profetica si deve intendere anche l'affermazione: "Sono venuto per dare compimento". Nella missione storica di Gesù, nelle sue parole e gesti, si ha la piena rivelazione e attuazione della legge. In altri termini la legge, gli scritti profetici e sapienziali, si compiono ora in Gesù, interprete e promulgatore definitivo della volontà di Dio. Gesù è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge non abolendola. La legge, dice San Paolo, è come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo e "quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo". Ora egli ci rende simili a sé per condurci al Padre.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba disse: "Non attaccarti con il tuo cuore a colui di cui il tuo cuore non è sicuro".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Nella elezione dell'abate si segua sempre questo criterio: sia costituito in carica colui che tutta la comunità avrà scelto di comune accordo secondo il timor di Dio, o anche soltanto una parte della comunità, sia pur piccola, ma con più sano giudizio. L'ordinando sia scelto in base alla santità di vita e alla dottrina spirituale, anche se fosse l'ultimo nell'ordine della comunità.


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