preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Svolgono un ruolo essenziale le donne al momento della Risurrezione di Gesù: proprio loro che con coraggio l'hanno seguito fino al Calvario, sono le prime a recarsi al sepolcro e a costare, piene di meraviglia e di gioia, che quel sepolcro è vuoto. Ora, dopo le lacrime versate per Cristo, hanno un annuncio grande da portare ai fratelli, una gioia immensa da condividere. Sentono nel loro cuore che quella visione è destinata al mondo, quella certezza deve essere di tutti: debbono gridare che Cristo, il loro Signore è vivo. Gesù in persona viene loro incontro, deve fugare quell'ultima ombra di timore, che ancora si annida nel loro spirito. È fermamente radicata in ciascuno di noi il pensiero del sepolcro e della morte, concepito come una sconfitta ed una fine senza ritorno, per cui, anche dinanzi all'evidenza della risurrezione, stenta a cancellarsi quel timore che ciò che appare sia soltanto una fugace illusione. "Salute a voi", la voce del Cristo risorto le fa prostrare in umile e devota adorazione. Ora sono davvero pronte ad andare ad annunziare la pasqua. Debbono portare una testimonianza diretta e dare agli Apostoli, chiusi nel cenacolo, un ordine ed una promessa scandita dallo stesso Cristo: "Vadano in Galilea e là mi vedranno". Gesù apparirà loro come promesso e lo farà ripetutamente, comprendiamo così che lo scopo delle sue apparizioni è quello di confermarli nella fede della risurrezione. Dovranno poi essere loro a testimoniare e confermare gli altri, a spargere in tutto il mondo quell'annuncio. Come ci appaiono meschini i subdoli raggiri di coloro che, allora come oggi, vogliono negare l'evidenza. Tentano di stravolgere la verità cercando di corrompere i testimoni: è lo stile di chi teme di perdere un potere, di chi si sente minacciato dall'amore, di chi ha immiserito la vita, riducendola solo a dimensioni umane e temporali. C'è sempre qualcuno che alla risurrezione contrappone i sepolcri, alla vita la morte, alla verità la menzogna. Sta a noi credenti e redenti essere testimoni viventi della risurrezione, credere per vivere il tempo, anelando all'eternità, muoverci nelle vicende del mondo, mirando nella fede i bagliori di una vita piena in Dio, da godere con lui per sempre.
Disse un anziano: «Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all'uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra».
LA MISURA DEL CIBO Per il pasto quotidiano - abbia esso luogo a sesta o a nona - noi pensiamo che siano sufficienti in tutte le stagioni due pietanze cotte, per riguardo alle infermità dell'uno o dell'altro dei fratelli; cosicché chi non può cibarsi di una, si nutra con l'altra. Quindi due pietanze cotte bastino a tutti; e se ci fosse la possibilità di avere frutta e legumi freschi, se ne aggiunga una terza. Di pane sarà sufficiente una libbra di buon peso al giorno, sia quando si fa un pasto solo sia quando si pranza e si cena. Che se si deve anche cenare, il cellerario metta da parte un terzo di quella libbra e lo passi a cena.
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