Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 18 marzo 2009

Cristo è la pienezza della legge.

"Benedetto il Signore, gloria del suo popolo"; è una preghiera di ringraziamento che sgorga dal cuore di un pellegrino liberato dalla schiavitù o dalla morte. Uno dei suoi desideri più profondi è la libertà, un desiderio che corrisponde alla dignità e alla vocazione di ogni cristiano e di ogni uomo. Non è una libertà che esprime l'autonomia o l'individualismo. Gesù ha promesso la libertà ai suoi: "Se rimanete fedeli alla mia parola, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Gesù vuole darci la libertà vera che consiste nel vivere nell'amore, liberi dal male, liberi da ogni errore. Ora, per vivere nell'amore bisogna imparare l'obbedienza, in essa si trova la verità dell'amore e la vera libertà. Per questo Cristo insiste nel dire che non è venuto ad abolire la legge di Mosè, ma a portarla a compimento. La vera libertà non si raggiunge sottraendosi alla legge, ma scendendo nel profondo di essa. La settimana Santa è vicina, tempo nel quale Cristo "imparò l'obbedienza dalle cose che patì", diviene l'uomo perfetto che fa liberamente la volontà di Dio e porta a compimento la legge attraverso il voto dell'obbedienza fino alla morte di croce. Il Cristo vuole la nuova legge in noi, se noi ci apriamo al suo dono dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto nel battesimo. Lo Spirito di Cristo è pienezza della legge. Ci ha salvati e ci ha fatto passare da una vita ad una altra. Uno Spirito che ci conduce a compiere la volontà del Padre, ci nutre del cibo succulento e ci rinvigorisce la vita. Dio vuole ricordarci che l'amore deve essere dimostrato nelle cose piccole, nelle cose ordinarie, che sono misura di quelle grandi e straordinarie. Questo Spirito di Cristo ci dona una grande dignità in quanto siamo capaci di donarci liberamente al suo amore: questa è la strada della vera libertà cristiana.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano disse: «Se vuoi vivere, o uomo, secondo la legge di Dio, avrai per protettore l'autore stesso di quella legge».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

RIVERENZA NELLA PREGHIERA

Se, quando vogliamo presentare qualche richiesta ai potenti, non osiamo farlo se non con umiltà e rispetto, quanto più al Signore Dio dell'universo dobbiamo rivolgere le nostre suppliche in tutta umiltà e purezza di devozione! E noi sappiamo che saremo esauditi non per le molte parole, ma per la purezza del cuore e le lacrime di compunzione. Perciò la preghiera deve essere breve e pura, a meno che non venga prolungata per il fervore ispirato dalla grazia divina. Ma l’orazione che si fa in comune sia assolutamente breve e, dato il segnale dal superiore, si alzino tutti insieme.


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