Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 24 febbraio 2009

Il primato dell'amore.

(Inseriamo il commento alle letture del giorno e non a quelle della solennità del Santo Volto, celebrata oggi nel nostro monastero).
E' difficile anche per i discepoli più intimi capire il discorso di Gesù relativo alla sua Passione, poiché questo lascia inevitabilmente, interdetti e ammutoliti. D'altra parte anche i discepoli non avranno altra sorte né altra strada. Poi come esempio Gesù accoglie i bambini. Essi infatti sono già in grado di ricevere il dono della grazia. Accoglierli con cura significa accogliere Gesù in persona. Del resto essi sono il simbolo, nella loro disponibilità ancora senza malizia, della condizione di chi vuole entrare nel Regno dei cieli: la grandezza evangelica consiste proprio nell'essere piccoli. Quando uno si propone di servire il Signore, può aspettarsi di essere tranquillo, magari di non ricevere subito il centuplo, ma almeno la tranquillità e la pace della vita. Ecco invece che cosa dice la parola di Dio: "Se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione". La "tentazione" in greco ha un significato più grande e significa "prova", dunque "Preparati alla prova". La prova non è un male per noi, ma un bene, un segno dell'amore del Signore, la condizione per crescere nel suo amore, per ricevere grazie preziose. Tutta la vita del cristiano è una prova, delle volte anche una lotta. Abbiamo in noi qualcosa di molto prezioso. E Dio ci sottomette alla prova per purificare questo tesoro, per renderlo ancora più bello e gradito a lui. Ma nella prova la condizione per non venir meno, l'unica condizione, è di appoggiarsi al Signore: "Affidati a lui ed egli ti aiuterà; segui la via retta e spera in lui". La vita di chi vuole servire il Signore deve svolgersi nella rettitudine, unificata dall'amore di Dio; deve svolgersi non nella paura, ma nel timore di Dio, cioè nel profondo rispetto, tutto permeato di amore. Per capire questo anche il Vangelo ci dà una grande luce; la prova è una partecipazione al mistero di morte e risurrezione di Gesù. Cristo nella sua prova ha offerto volontariamente la propria vita alla morte per servire, sanare, curare l'umanità. Per il cristiano il vero titolo di nobilita è quello del servizio nella semplicità dell'amore.


Il Santo Volto

(Formulario della Messa)

Quest'oggi si celebra il Volto Santo di Gesù, memoria devozionale, ma molto significativa, perché è la manifestazione dell'infinito amore di Dio per l'umanità, personificato nei tratti umani di Gesù. Non c'era momento più adatto che questo (si apre e si chiude la quaresima), in cui l'uomo, abbandonato all'esaltazione del propria incontrollata debolezza, cosciente, riprendesse il suo faticoso cammino con Cristo verso la gioia della Pasqua, verso la Vita ritrovata. Per questo ricupero dell'uomo smarrito, il Verbo di Dio si rivestì di carne umana per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria. Incominciò a camminare in terra di Palestina da vero uomo, confuso tra la folla, ma pieno di indulgenza per ogni uomo, da buon samaritano. Il suo amore ha la possibilità di guarire, consolare e sollevare tutti indistintamente. "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi , e io vi ristorerò". Venne per ricuperare nell'uomo l'immagine divina deturpata dal peccato e si adoperò in ciò fino al termine della sua vita terrena. "Li amò fino alla fine". L'amore di Dio per l'umanità ha preso un volto pietoso e comprensivo in Gesù perfino nel momento del tradimento di Giuda, di Pietro, dei crocifissori... "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno". Il furore umano ha avuto successo solo per poco tempo, perché l'insano gesto, Dio Padre in Gesù l'ha rivolto in nostra salvezza, "dalle sue piaghe siamo stati sanati". Quel volto soave, segnato da una morte cruenta ancora è vivo e ci parla di perdono e di adozione a figli.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!


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