preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Ci affascina e ci coinvolge la figura di Zaccheo. Uomo ricco ma piccolo di statura. Con una carica ed un mestiere antipatici, capo dei pubblicani, ma alla ricerca del Cristo. Supera abilmente i suoi limiti di statura, staccandosi prima dalla folla e poi arrampicandosi su un albero frondoso, un sicomoro, da dove può vedere comodamente senza essere visto. Gesù con il suo sguardo penetrante, scruta anche le fronde di un albero, perché sotto quel fogliame c'è qualcuno che vuole vederlo e lo sta cercando. Non è difficile vedere il piccoletto trasalire di gioia, quando dopo aver già soddisfatto il suo desiderio di vedere il Signore, lo vede accostarsi al suo albero e poi sentirsi dire: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Ancora una volta costatiamo che il Signore ci da molto di più di quanto osiamo sperare. Zaccheo deve solo scendere in fretta e non solo dall'albero; così troverà i motivi ancora insperati di una gioia completa. Sceso dall'albero ora si alza dinanzi al Signore: l'ex capo dei pubblicani deve fare la sua solenne confessione, del tutto incurante delle critiche dei presenti. «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». La formula assolutoria di Cristo è semplice ed essenziale, come era stata l'umile confessione del penitente: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Un bell'esempio di conversione sincera, di confessione completa che ci fa pensare che anche il banchetto abbia assunto un valore sacro, quasi di una celebrazione. Gesù conclude la sua opera allargando a tutti la sua missione, particolarmente a tutti coloro che, come Zaccheo, prima lontani dal Signore, poi si pongono coraggiosamente alla sua ricerca. Gesù dice che il vero cercatore e salvatore è Lui perché egli è venuto e cercare e salvare ciò che era perduto.
Umiltà A un fratello apparve il diavolo trasformato in angelo della luce e gli disse: Sono l'arcangelo Gabriele e sono stato inviato presso di te. Allora egli rispose: Vedi un po' se per caso non sei stato mandato presso qualcun altro; infatti non merito che mi si mandi un angelo. Da quel momento il diavolo scomparve.
VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI Per l'arredamento del letto bastino un pagliericcio, una coperta leggera, una coperta di lana e il guanciale. Però i letti devono essere di frequente ispezionati dall'abate, per vedere se vi si nasconda qualcosa di proprietà privata. E se vi si trovasse qualcosa non ricevuta dall'abate, quel monaco sia sottoposto a gravissima punizione. E affinché sia estirpato fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate dia tutto ciò che è necessario, cioè: cocolla, tunica, calze, scarpe, cinturone, coltello, stilo, ago, fazzoletti, tavolette, in modo da togliere ogni pretesto di necessità. Tuttavia l'abate tenga sempre presente quel detto degli Atti degli Apostoli, che veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno (At 4,35). Così anche lui prenda in considerazione le necessità dei più deboli, non la cattiva volontà degli invidiosi; in ogni sua decisione pensi però al giudizio di Dio.
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