Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 06 ottobre 2008

Chi è il mio prossimo?

L'amore del prossimo è alla base della predicazione di Gesù in tutti e quattro i Vangeli. Certo, Gesù dovette parlarne spesso, se questa sua parola rimase tanto impressa nel cuore della comunità primitiva. Qui Gesù cambia la prospettiva della domanda dello scriba. Non: «cosa debbo fare?», ma: «chi ha bisogno di me?». Io debbo essere «prossimo», e allora saprò chi mi sta vicino e che cosa debbo fare. L'estensione del comandamento è lasciata alla capacità personale di «inventiva»: il mio prossimo è quello che il mio amore, sempre aperto, sa farmi scoprire come tale. Compagni di viaggio del Dio-straniero, dell'unico buon samaritano, da tutti giudicato irreligioso, anche noi siamo stati incontrati da lui e trattati come «prossimi». La stessa eucaristia che celebriamo è un incontro di questo tipo. Mandati da questo ostello, sulla via risanati, abbiamo accolto come nostro l'occhio nuovo, che sa accorgersi dell'altro?


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello si recò presso un anziano che abitava al Monte Sinai e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio». L'anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SETTIMANARI DI CUCINA

Chi sta per uscire di settimana, il sabato faccia le pulizie; lavi i panni con cui i fratelli si asciugano le mani e i piedi; tanto poi chi finisce quanto chi inizia il turno lavi i piedi a tutti. Chi esce di settimana riconsegni puliti e in buono stato gli utensili del suo ufficio al cellerario, e questi a sua volta li consegni al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve. Un'ora prima della refezione i settimanari prendano, oltre la razione stabilita, un bicchiere di vino e un po' di pane per ciascuno, perché all'ora del pasto possano servire i fratelli senza lamentele e senza eccessiva fatica; nei giorni festivi però attendano sino alla fine della Messa.


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