preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù è attorniato dalla folla. Le sue opere e i suoi insegnamenti sono ormai molto popolari e la sua fama si è accresciuta notevolmente. E' difficile, in questo condizioni, poterlo avvicinare, anche dalla madre e dai familiari più prossimi. La frase pronunciata da Gesù non vuole indicare un distacco sgarbato con la sua madre terrena, ma vuol specificare qual è la sua missione. A chi è dunque rivolta questa sua esortazione? A Maria che, dopo il suo fantastico "Sì" all'Angelo, ha seguito sempre Gesù con devozione ed affetto? O piuttosto a questa folla che lo preme, interessata più all'aspetto esteriore del suo messaggio che al suo contenuto più vero? O anche a tutti noi, pronti, come nella parabola evangelica, a dire un "si" al Signore con le sole labbra, ma al quale non facciamo corrispondere le opere? Mia madre e miei fratelli sono solo coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
Un anziano disse: «Giuseppe d'Arimatea prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo, cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo».
QUELLI CHE SENZA AUTORIZZAZIONE TRATTANO CON GLI SCOMUNICATI Se un fratello, senza l'autorizzazione dell'abate oserà trattare in qualsiasi modo con il fratello scomunicato o parlare con lui o inviargli un messaggio, incorra nella pena di una eguale scomunica.
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