preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La liturgia della Parola odierna propone alla nostra riflessione le nostre relazioni con il prossimo. Ambedue le letture sottolineano come spesso motivi di discordia e di liti vanno ricercati nelle nostre passionalità. Così Giacomo ci fa notare la nostra incoerenza nella vita: la mancanza di lucidità e di controllo ci rende schiavi di egoismi che sfociano necessariamente nelle rivalità e nelle discordie. La coerenza vorrebbe che trattiamo gli altri come vorremmo essere trattati noi. Ma come ci è difficile lo spogliamento della nostra persona, dei nostri sentimenti di superiorità, di quella ricerca di noi stessi che ci fa ignorare o, per lo meno, considerare senza valore le qualità dell'altro. L'autore sacro esorta a rifuggire dalle insidie del diavolo e ad accogliere Dio nel nostro cuore, purificato da tante passionalità. Il brano del vangelo ci mette in luce un ulteriore aspetto della complessità della persona umana, chiusa solo nei suoi meschini interessi. Gesù parla agli apostoli della sua fine, della sua morte... Essi non comprendono e non chiedono spiegazioni... Anzi, sorge tra di loro una disputa su chi fosse il più grande. Alla richiesta di Gesù su che cosa avessero parlato durante il viaggio, ammutoliscono... Comprendono la propria stoltezza... E Gesù dà loro una ottima lezione di umiltà. Li chiama intorno a sé e proclama: "Se uno vuol essere il primo, sia ultimo di tutti e il servo di tutti!" E presenta il bambino come esempio di semplicità nella cui persona si accoglie Lui stesso, si accoglie il Padre. Voglia il Signore Gesù riunirci intorno a sé e con la forza dell'esempio della propria vita, con la persuasione del suo insegnamento ci guarisca dalla malattia insidiosa e umiliante dell'egoismo susciti nei nostri cuori la vergogna di aver cercato tante volte di appagare la nostra insana mania di apparire... dimenticando la sua gloria e il bene dei fratelli!
Un fratello chiese ad un anziano: Ci sono due fratelli, dei quali uno medita nella sua cella, protraendo il digiuno per sei giorni e imponendosi molte sofferenze, l'altro si dedica agli ammalati. Quale dei due compie l'azione più gradita a Dio? Il vecchio rispose: Anche se quel fratello che digiuna per sei giorni si appendesse per il naso, non potrebbe essere all'altezza di quello che si dedica agli infermi.
LA MENSA DELL'ABATE La mensa dell'abate sia sempre con gli ospiti e i pellegrini. Quando poi ci sono pochi ospiti, egli potrà convocare alla sua mensa qualcuno dei fratelli a sua scelta. Bisogna però che uno o due anziani restino sempre con i fratelli per la disciplina.
home | commento | letture | santi | servizi | archivio | ricerca | F.A.Q. | mappa del sito | indice santi | preghiere | newsletter | PDA | WAP | info