preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La liturgia della parola odierna risponde a due nostre domande che turbano la nostra fede e raffreddano la fiducia nel Signore: La prima è questa, inquietante: Da dove proviene il male fisico e il male morale? Spesso noi siamo lì a incolpare Dio. Sappiamo per fede invece che tutto il male, la cui espressione finale è la morte, viene dal peccato, dal disordine che la ribellione a Dio ha introdotto nel mondo che si manifesta sia nella ribellione degli elementi naturali: terremoti, maremoti, cicloni, inondazioni, cedimenti di palazzi... come nella ribellione che ognuno di noi constata in se stesso dove, il più delle volte, sono le passioni ad determinare il nostro agire più che la ragione. San Giacomo ci parla della concupiscenza, di questa spinta sfrenata e disordinata che porta l'uomo a soddisfare i propri impulsi irragionevoli, da cui provengono tanti mali: ingiustizie, guerre, soprusi, vendette, terrorismo... odio, rancori, rivalità, egoismi... E' pur vero che Dio potrebbe impedire tanti disastri atmosferici come tanti delitti perpetrati dall'uomo, ma nel primo caso dovrebbe fare un continuo miracolo per sospendere quelle leggi naturali che guidano la natura... nel secondo caso dovrebbe togliere all'uomo la libertà che lo rende diverso dagli animali. Qui cozziamo con il grande mistero del libero arbitrio. La seconda domanda: Chi è capace di dare il sostentamento all'uomo? Nel vangelo Gesù invita i suoi discepoli a guardarsi dal lievito, cioè dal modo di agire e di pensare dei farisei. Non capiscono l'avvertimento del maestro... ma la parola "lievito" fa loro ricordare che non hanno pane, e da qui la preoccupazione... Gesù li rimprovera del loro cuore indurito avendo già dimenticato i cinque pani che sono stati sufficienti a sfamare cinquemila persone... Forse anche il nostro cuore è indurito e non riusciamo a fidarci di Dio e della sua divina provvidenza. Nel pane, che dà vigore al nostro fisico, è compreso tutti ciò di cui abbiamo bisogno per una vita serena: pace, gioia, salute, affetti, benessere, casa, famiglia. Il salmo ci tiene a ricordarci: Chi teme il Signore avrà sempre una casa! avrà cioè tutto il benessere che proviene dalla bontà misericordiosa del Signore. Facciamone esperienza!
Un anziano disse: Siamo condannati non perché in noi si insinuano pensieri cattivi, ma perché facciamo cattivo uso dei nostri pensieri. Infatti per colpa dei nostri pensieri ci accade di naufragare, ma al contrario a causa loro possiamo anche ricevere un premio.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI L'acqua alle mani la versi agli ospiti l'abate; i piedi a tutti gli ospiti li lavino sia l'abate che tutta la comunità; e, terminata la lavanda dei piedi, dicano questo versetto: «Abbiamo ricevuto, o Dio, la tua misericordia dentro il tuo tempio» (Sal 47,10 Volg.). Si usi una particolare attenzione soprattutto nell'accogliere i poveri e i pellegrini, perché nelle loro persone si riceve Cristo in modo speciale, mentre la soggezione per i ricchi di per se stessa spinge a rendere loro onore.
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