Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 24 febbraio 2008

Sorgente di acqua che zampilla per l'eternità.

Il Vangelo di San Giovanni presenta gli incontri di Gesù con personaggi diversi. Sono sempre incontri significativi e che cambiano la vita di chi riconosce in Gesù il vero profeta e colui che può guarire il corpo e l'anima. In questa domenica del periodo quaresimale, la liturgia ci presenta uno di questi incontri. Siamo nella Samaria, nell'ora più calda della giornata e vicino ad un pozzo. Gesù, stanco del viaggio, chiede dell'acqua ad una donna. Questa richiesta, che serve a soddisfare una necessità di Gesù, che come uomo soffre il caldo e la sete, è una provocazione. Nel colloquio che segue, Gesù parte dalle necessità materiali ed arriva diretto al cuore della sua interlocutrice. Ella riconosce in Gesù il vero profeta. Non rimane indifferente a questo personaggio e desidera aprirsi completamente a Gesù, fiduciosa della sua azione sanante. Il discorso si apre ad un livello diverso, oggi si direbbe che diventa teologico. La conoscenza di Dio passa attraverso l'esperienza umana che però è riscatta dalla grazia e dalla misericordia di Dio. La donna samaritana si rende perfettamente conto che ormai la sua vita non potrà più essere quella di prima ed è pronta a diventare ella stessa portatrice dell'annuncio di salvezza; ha sperimentato di persona cosa significhi incontrare Gesù, nella possibilità di un riscatto vero della propria vita. Gesù ha letto il cuore della donna e ne ha scoperto una profonda positività ed un desiderio vero di quell'acqua non materiale che è il segno efficace della conversione. Il nostro incontro con Gesù sia anch'esso improntato dallo stesso desiderio. Chiediamo in questo tempo di grazia a predisporci con sentimenti giusti nell'incontro. Cerchiamo, quindi, con fiducia Dio, nella nostra vita quotidiana, fiduciosi nel porla nella mani del Signore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!


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