preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Per chi non si lascia illuminare dallo Spirito santo di Dio e non è sorretto dalla fede in lui, la vita, tutta l'esistenza rimane per sempre legata al tempo e alle effimere esperienze umane. La pensavano così quelli della setta dei sadducei, i quali ritenevano che la vita si potesse perpetuare solo per mezzo dei figli. Per questo avevano stabilito una norma che imponeva al fratello del marito defunto, che non aveva lasciato figli, di sposare la vedova per garantire una discendenza. Da ciò l'obiezione che essi rivolgono a Gesù, assertore della risurrezione, con la quale tentano di metterlo in ridicolo. È il caso di una vedova che aveva sposato sette fratelli e da nessuno di essi aveva avuto figli. La domanda tendenziosa è: "nella risurrezione finale (questa donna) di chi sarà moglie?" Gesù denuncia la loro chiusura alle realtà soprannaturali ed eterne inficiate da umani pregiudizi. L'eternità che vivremo in Dio non può e non deve essere intesa come un semplice prolungamento di una esistenza terrene e "biologica". La new age questo propone e prima di loro lo affermano i testimoni di Geova. La vita eterna è invece una dimensione e una realtà soprannaturale che trascende l'umana comprensione; è sostenuta dalla fede e dalla speranza. Ancora persiste, anche nel nostro mondo cristiano cattolico, il pericolo di ridurre i motivi fondamentali della nostra fede a più basse dimensioni; l'aldilà per molti è talmente vago e distante da apparire come un miraggio e una chimera. La fede nella risurrezione è messa in dubbio fino a far rivivere il motto pagano del "carpe diem", del vivere il tempo e morderlo ogni giorno cercando un paradiso a dimensione terrestre. È il neo paganesimo che cerca ancora spazi tra noi!
l'Abba Pastor raccontò che l'Abba Ammone aveva detto: C'è un uomo che per tutta la vita porta con sé una scure, ma non riesce ad abbattere un albero; ce n'è un altro che è abituato a tagliare alberi e con pochi colpi abbatte l'albero.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI Una volta ricevuti dunque, gli ospiti siano condotti alla preghiera; dopo, sieda con loro il superiore o un fratello da lui incaricato. Si legga in presenza dell'ospite la Parola di Dio per edificarlo; e poi gli venga usata ogni attenzione. Il superiore per riguardo all'ospite rompa pure il digiuno, a meno che non sia un giorno speciale di digiuno che non si può violare; i fratelli invece proseguano la consueta osservanza del digiuno.
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