Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 01 ottobre 2007

Chi è il più piccolo, questi è grande.

Nel Vangelo odierno, Gesù esprime la missione della chiesa con un insegnamento sull'umiltà. Anche l'occasione che Gesù trova per proporre questo argomento ne dimostra la grande importanza. Gli apostoli, che stanno seguendo Gesù, prima ancora che inizi la loro vera missione, già stanno discutendo tra di loro su chi è il più grande; è questa l'occasione di proporre l'umiltà come aspetto fondativo della stessa chiesa. L'argomento dell'umiltà è umanissimo che quasi si contrappone al mandato divino che gli apostoli hanno ricevuto e che dovranno poi espletare, dopo l'effusione pentecostale dello Spirito Santo. Troviamo nella discussione, che è sorta tra gli apostoli, un contrasto che quasi suona a scandalo per la purezza delle vera chiesa di Cristo. Gesù, però non si mostra così scandalizzato. Non lo è, certamente! Questa è la chiesa formata da quegli apostoli che Egli stesso si è scelto! Una chiesa che ha un aspetto umano, e possiamo dire debole agli occhi degli uomini, che vuole contrapporsi al richiamo di regni e potenze terrene. Egli vuole correggere la prospettiva dei suoi apostoli, che si dimostrano ancora così ancorati a prospettive di acquisizione di potere terreno. Vuole loro insegnare una strada, una missione, un mandato diverso: lo fa con umiltà, dolcezza e sapienza. Accettare la debolezza altrui, nella carità non significa, per Gesù evitare qualsiasi correzione. Non sta certo a noi giudicare gli apostoli per questa loro mancanza di sensibilità! Semmai dovremmo imparare da Gesù a fare nostro questo suo insegnamento! Accogliere, per correggere e non giudicare le debolezze di tutti, prima correggendo le nostre.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anacoreta divenne vescovo. Pio e pacifico, non correggeva nessuno, sopportando con pazienza le colpe e i peccati di ciascuno. Ora, il suo economo non amministrava correttamente gli affari della Chiesa e alcuni vennero a dire al vescovo: «Perché non rimproveri questo economo così negligente?». Il vescovo differì il rimprovero. L'indomani gli accusatori dell'economo ritornarono dal vescovo, irritati contro di lui. Il vescovo, avvertito, si nascose in qualche parte e arrivando non lo trovarono. Lo cercarono a lungo, lo scoprirono alla fine e gli dissero: «Perché ti sei nascosto?». Egli rispose: «Perché ciò che sono riuscito ad ottenere in sessanta anni, a forza di pregare Dio, voi volete rubarmelo in due giorni».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO

Se la comunità è numerosa gli si diano degli aiutanti, in modo che coadiuvato da loro possa adempiere l'ufficio assegnatogli senza perdere la pace dell'anima. Le cose da darsi e quelle da richiedersi si diano e si richiedano nelle ore stabilite, affinché nessuno si turbi o si rattristi nella casa di Dio.


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