Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 28 settembre 2007

Chi è Gesù?

Ora è lo stesso Gesù che vuol provocare la reazione sulla sua persona; Egli non è interessato a verificare la sua "fama popolare", come oggi diremmo. Gesù si rivolge personalmente ai suoi discepoli. In questo atteggiamento, Gesù dimostra un doppio intento. Per prima cosa, Egli è interessato a tutti, come comunità, ed ad ognuno in particolare. La folla, per Gesù, non è mai anonima; anche la folla più numerosa è sempre formata da persone. La folla è viva perché unisce tanti uomini e donne, che portano ognuno il suo bagaglio della propria vita, della propria storia. Gesù è attento a tutti ed ad ognuno. Egli vuole suscitare la fede in tutta la sua comunità di discepoli ed anche in ognuno di loro individualmente. Gesù vuol far capire ai suoi discepoli una cosa molto importante e, per essere afferrata nel cuore di ognuno, deve contenere un messaggio personale. Vuol dire a tutti, indistintamente, che l'incontro con Lui deve essere vissuto sempre nella fede per la vera conversione di cuore. Non si può essere discepoli di Gesù senza prescindere dalla fede; una fede da vivere e da far maturate nella vita. Analizziamo, allora il dialogo tra Pietro e Gesù, letto alla luce della fede. Pietro parla certamente a nome della comunità ed esprime quindi la fede che stava nascendo nella stessa comunità dei discepoli. Pietro parla però anche a livello personale e instaura con Gesù un dialogo personalissimo e molto stretto. Gesù allora completa la risposta di Pietro, annunciando la sua morte e la sua resurrezione. Gesù accoglie la fede che ha dimostrato Pietro ma vuole subito che questa sia incarnata nella vita. La fede in Gesù non è un trattato ma è la fede in una persona; è una fede che vive respira dei sentimenti dello stesso Gesù. Chiediamo, oggi a Gesù questa fede vera ed autentica che sia vissuta con coerenza nella nostra vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Alcuni fratelli andarono a visitare un santo anziano che abitava in un luogo deserto. Trovarono presso la sua cella dei bambini che custodivano le greggi e parlavano tra loro in modo fastidioso. I fratelli videro l'anziano, gli palesarono i propri pensieri e trassero beneficio dalle sue risposte. Poi gli dissero: «Padre, perché accetti d'avere intorno questi bambini e non gli ordini di cessare tanto baccano?». L'anziano rispose: «Fratelli, credetemi, vi sono giorni in cui vorrei dare questo ordine, ma mi fermo, dicendo: «Se non sopporto questa bazzecola, come potrei sopportare una più grande prova, se Dio permette che mi si presenti?». Così non dico niente, per abituarmi a sopportare tutto ciò che accade».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO PUNIRSI I FANCIULLI DI MINORE ETÀ

Ogni età e ogni grado di intelligenza devono ricevere un trattamento adeguato. Perciò i fanciulli, gli adolescenti o coloro che non sanno rendersi conto della gravità della scomunica, tutti questi, ogni qualvolta commettono delle mancanze, siano puniti con rigorosi digiuni o repressi con aspre battiture, perché si correggano.


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