preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù ha condiviso la nostra natura umana in tutto, fuorché nel peccato. Condivisione che ha abbracciato tutta l'esperienza terrena di Gesù, dalla sua nascita fino alla morte. La Passione di Gesù ha visto Maria non solo come spettatrice ma come protagonista. Maria segue Gesù sul Calvario come vera discepola: ha preso la sua croce per seguire il Figlio. Il dolore della madre completa l'esperienza umana di Cristo e suggella l'umanità di Cristo in tutti gli aspetti, anche in quelli più dolorosi. Ella, ai piedi della croce, esprime tutta l'angoscia di un amore materno che vede morire suo figlio. Maria non ha mai staccato il suo sguardo a Gesù e ora, ai piedi della croce, contempla il suo Volto. Guardiamo, allora, con Maria il Volto di colui che hanno trafitto. Gesù, a sua volta guarda la madre straziata dal dolore. Egli la vede, possiamo immaginare con che sofferenza vuol stare accanto a Maria e condividerne la sua passione materna. In questo momento tragico e supremo vi è uno scambio di sguardi come una comunione intensa di amore. Si intrecciano amori umani e divini. Non sempre ci soffermiamo su questo aspetto: Maria ha vissuto la sua passione di madre come condivisione della Passione redentrice del Figlio. In questa stessa Passione, sofferta da Gesù, vi è il dolore del figlio che guarda la madre. Il momento più toccante della Passione di Cristo è proprio in questa intima comunione di madre-Figlio che si risolve nell'affidamento di Maria a Giovanni. In questa forte comunione d'amore tra madre e Figlio, scopriamo una caratteristica particolare al valore ecclesiale dell'affidamento di Maria a Giovanni, il discepolo prediletto. Sulla croce noi posiamo affidare tutti i nostri amori perché diventino, nelle sofferenze, fonte di redenzione.
Il discepolo disse al maestro: Sono contento che tu sia qui.
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Ci teniamo però a far notare espressamente che se a qualcuno non piace questa distribuzione dei salmi, li disponga pure diversamente, nel modo che ritiene più opportuno; purché faccia attenzione che ogni settimana si reciti l'intero salterio dei centocinquanta salmi e che la domenica alle Vigilie notturne si ricominci sempre da capo; perché darebbero prova di grande pigrizia nel servizio a cui si sono consacrati quei monaci che nell'arco di una settimana recitassero meno dell'intero salterio insieme ai cantici consueti, quando invece leggiamo che i nostri santi Padri compivano con fervore in un sol giorno ciò che noi tiepidi è da sperare che riusciamo a fare almeno in una intera settimana.
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