Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 15 agosto 2007

Ave!, "Piena di grazia"...

L'angelo la saluta "piena di grazia", irrorata e fecondata dallo Spirito Santo è lei la prescelta da Dio per diventare la Madre del Salvatore. Diventa lei l'altare e il talamo dove nasce il Figlio di Dio. È lei la perfetta discepola che adempie fino ai piedi della croce la sua solenne promessa di fedeltà: "si compia in me secondo la tua parola". Lei diventa Madre e resta sempre Vergine. Già santa ed immacolata, preservata dal peccato originale in vista della sua particolarissima missione, viene ulteriormente adornata di luce e di grazia dalla presenza viva del suo unigenito, il Signore Gesù. Sul Calvario assume per volere dello stesso suo Figlio il compito di essere la madre di tutti i credenti, la madre della chiesa, un compito universale che la innesta indissolubilmente alla redenzione. Tutto questo è l'opera mirabile di Dio su Maria che trova l'apice, il culmine, la logica conclusione nella sua assunzione al cielo in anima e corpo. Lo stesso amore che l'ha resa madre, ora l'attrae verso il Cielo. Ora ci appare come la donna vestita di sole, come colei che in modo speciale partecipa alla gloria della risurrezione. È accolta ed innestata nella trinità divina, Lei ci sollecita a pensare ad una chiesa splendente come Lei, a vedere la nostra meta meno lontana a pregustare la gloria riservati agli eletti di Dio. La onoriamo come Madre e regina del cielo e della terra nella gloria dei santi. La ammiriamo come modello eccelso di santità, la desideriamo come Madre, la invochiamo come nostra avvocata e madre di misericordia. Come Gesù anche lei, la madre ci ripete per alimentare la nostra fiducia, vado a prepararvi un posto perché anche voi siete chiamati alla mia stessa meta, siete destinati alla vittoria.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Poni alla porta del tuo cuore un cherubino con la spada infuocata».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Se dunque gli occhi del Signore scrutano buoni e cattivi (Pr 15,3) e se il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio, se c'è uno che cerchi Dio (Sal 13,2), e se dagli angeli a noi assegnati, quotidianamente, giorno e notte, vengono riferite le nostre azioni al Signore nostro Creatore, allora dobbiamo essere continuamente vigilanti, fratelli, affinché il Signore, come dice il profeta nel salmo, non ci veda mai volti al male e diventati inutili (Sal 13,3 Volg.); e, se anche ci perdona adesso perché è misericordioso e aspetta che ci convertiamo, non debba poi dirci un giorno: «Hai fatto questo e io ho taciuto» (Sal 49,21 Volg.).


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