Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 05 luglio 2007

Ti sono rimessi i tuoi peccati.

È caratteristica e dovere del cristiano vivere abitualmente la comunione con Dio e con i fratelli. Questo dovere ci è stato chiesto da Cristo stesso come una "novità": «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». Gesù, dandoci l'esempio, ha manifestato in modo privilegiato il suo amore per gli ultimi, per i più poveri nel corpo e nello spirito, per i più lontani. La scena che oggi ci descrive l'evangelista Matteo ha tutte le caratteristiche di una pratica attuazione del comandamento del Signore. "Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto". La paralisi, quella del corpo e quella dello spirito, causa l'immobilità e soltanto con l'aiuto di qualcuno si riesce a muoversi. Se troviamo il malato ai piedi di Gesù è perché qualcuno l'ha condotto fino a lui, qualcuno gli ha fatto nascere la speranza di una prodigiosa guarigione, ma a crederlo sono più i portatori che il paralitico tant'è vero che lo Gesù "vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». La prima guarigione che Gesù opera riguarda l'anima, la sua interiore rinascita, il recupero della grazia e la rinnovata unione con Dio. Questo però scandalizza gli scribi presenti che confondono nella loro miopia la formula assolutoria con una bestemmia. Gesù prende l'occasione da quei malvagi pensieri per esplicitare ancora una volta la natura divina della sua persona e della sua missione: "Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua». Questa è l'"opera" di Cristo per noi: egli ci rialza dalle nostre prostrazioni, dalle nostre miserie, ci libera dai nostri peccati, ci vuole sani nel corpo e nello spirito, ci vuole liberi dai lacci del male e da tutto ciò che ci impedirebbe di seguirlo e servirlo. Ecco come l'uomo che incontra Cristo o per sua esplicita volontà o perché fraternamente sorretto e guidato dai fratelli, recupera la sua libertà: da paralitico legato a un letto o a una carrozzella, mortificato dal male che lega il suo spirito diventa capace di muoversi speditamente e di dare gloria a Dio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Semina la gioia nel giardino di tuo fratello e la vedrai fiorire nel tuo.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

E il Signore, cercando il suo operaio in mezzo alla folla del suo popolo cui rivolge questo grido, dice di nuovo: «C'è qualcuno che desidera la vita e vuole vedere giorni felici?» (Sal 33,13). Se tu, all'udirlo, rispondi: «Io», Dio prosegue: «Se vuoi possedere la vita vera ed eterna, preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde; sta lontano dal male e fa' il bene; cerca la pace e perseguila (Sal 33,14-15). E quando avrete fatto ciò, i miei occhi saranno su di voi e i miei orecchi attenti al vostro grido e, prima ancora che mi invochiate, io dirò: Eccomi! (Is 58,9)». C'è forse per noi qualcosa di più soave di questa voce del Signore che ci invita, fratelli carissimi? Ecco che nella sua bontà il Signore ci indica il sentiero della vita (Sal 15,11).


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