Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 04 giugno 2007

Storia della vigna

Durante la settimana ci accompagnerà la storia simpatica delle vicende di Tobi e del figlio suo Tobia. Sarebbe utile conoscere per intera questa vicenda come ce la offre la Bibbia. Ogni famiglia vi potrebbe trovare spunti di riflessione perché presenta situazioni molto simili a quelle che si è chiamati a vivere anche oggi. In questo primo brano Tobi viene presentato come un uomo timorato di Dio, sollecito nell'aiutare i poveri, rammaricandosi delle dolorose situazioni dei suoi connazionali. Contro le disposizioni dell'autorità, dà sepoltura ai connazionali giustiziati, lasciàti imputridire, per disprezzo sulla piazza. Ci troviamo a Ninive. Bell'esempio di un animo timorato di Dio e aperto verso il prossimo bisognoso. Il Vangelo ci presenta la storia della vigna. Dinanzi alla premura del padrone, di Dio, ci addolorano la crudeltà e l'egoismo dei vignaioli che si rifiutano di dare il dovuto fruttato ai servi inviati, che anzi vengono alcuni malmenati e altri anche uccisi... Non contenti, danno la morte anche all'erede, al figlio... per diventare padroni della vigna. Gesù applica questa parabola ai suoi connazionali che si rifiutano di riconoscerlo come inviato da Dio, il Messia a cui riserveranno la morte fuori della vigna, fuori di Gerusalemme. Ognuno di noi è vigna del Signore; siamo depositari di innumerevoli benefici che abbiamo il dovere di coltivare e custodire perché portino frutti di santità e di giustizia. Come coltiviamo la nostra vita? Con quale fedeltà offriamo al Signore i frutti delle lode, del ringraziamento per i doni ricevuti? Temiamo che il Signore non ci tolga la sua benevolenza per la durezza del nostro cuore. Altri più generosi potrebbero prendere il nostro posto... e noi essere cacciati...


Apoftegmi - Detti dei Padri

Raccontavano che il padre Eladio solleva mangiare pane e sale. Quando giunse la Pasqua, si disse: "I fratelli mangiano pane e sale, io dovrei fare un piccolo sforzo a motivo della Pasqua: dato che gli altri giorni mangio seduto ora che è Pasqua, farò lo sforzo di mangiare in piedi".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SACERDOTI DEL MONASTERO

Se un abate si propone di ordinare presbitero o diacono un suo monaco, scelga tra i suoi chi sia degno di esercitare l'ufficio sacerdotale. L'ordinato però si guardi dallo spirito di vanagloria o di superbia e non ardisca fare se non ciò che gli viene ordinato dall'abate, sapendo di dover essere sottomesso ancora di più alla disciplina regolare. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l'obbedienza alla Regola e la disciplina, ma anzi progredisca sempre di più nel cammino verso Dio. Mantenga sempre il posto che gli spetta secondo l'ingresso in monastero, eccetto per l'ufficio dell'altare e nel caso il voto della comunità e la decisione dell'abate lo abbiano promosso per i meriti della sua vita. Ma anche allora sappia che deve osservare le norme stabilite per i decani e i priori.


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