preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Assistiamo oggi ad un fatto che continuerà fino ai giorni nostri. Giuda non c'è più. E' rimasto un posto vuoto nel collegio degli apostoli. Non è giusto che siano solo undici se Cristo ne ha scelto dodici. Poi, dodici è la cifra perfetta, erano dodici, infatti, le famiglie di Israele. Si vota e viene scelto Mattia. Che cosa dovrà fare? Come rispondere alla chiamata del Signore? Chiamata diversa da quella degl'altri Apostoli... La risposta chiara che Gesù gli da è quella del Vangelo della messa. «Rimanere nel Suo amore». Le parole possono suonare facilmente... rimanere nel suo amore... Come si fa? Sicuramente si ha chiesto Mattia... Come si fa a rimanere nell'amore di Dio? E Gesù continua: «Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore». Beh, almeno qualcosa di più chiaro. Ma quali sono questi comandamenti? E Mattia, da bravo ebreo, ne conosceva molti. Ma tutti erano importanti? Forse ce ne era uno che era il Primo? E si è chiesto Mattia... «ma Signore, qual è quel comandamento che devo osservare, che cosa devo fare per essere vero amico, non servo...» E Gesù gli parla... Gli risponde, perché Lui sempre risponde, nel segreto del cuore risponde, nel silenzio della nostra anima parla: «Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri». Ci possiamo chiedere: Cristo parla solo agli apostoli? Ma forse solo ai preti o alle monache. Abbiamo mai sentito nel nostro cuore la voce del Signore che parla? Abbiamo avvertito il mormorio dell'aria del Suo passaggio, della sua presenza accanto a noi? «Cerchiamo il Signore, mentre si fa trovare, invochiamolo, mentre è vicino».
Gli altri confratelli lodavano unanimemente un fratello in presenza dell'Abba Antonio; ma quando il vecchio lo ebbe messo alla prova, scoprì che non tollerava le offese. E il vecchio gli disse: Tu sei simile a un edificio, che, pur avendo una bella porta d'ingresso, tuttavia viene espugnato dai ladri per la porta di servizio.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI La cucina dell'abate e degli ospiti sia a parte, di modo che quando gli ospiti - che nel monastero non mancano mai - sopraggiungono a ore non previste, i fratelli non siano disturbati. E in questa cucina prestino servizio per un anno intero due fratelli che possano adempiere bene tale compito. Se c'è bisogno, si diano loro degli aiutanti perché servano senza mormorare; quando invece sono poco occupati, vadano a lavorare dove viene loro comandato. E questo non valga solo per costoro, ma in tutti gli uffici del monastero si usi questo criterio: che quando uno ha bisogno di aiuto, gli si dia; e quando invece è libero, obbedisca agli ordini ricevuti.
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