preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù Cristo viene dal cielo: è il Figlio di Dio che si è fatto carne. La sua venuta è un atto d'amore; l'amore l'ha ispirata, un amore che tende alla vita. Da lui è annunziata la parola di Dio ed è elargito lo Spirito Santo. Inaudito paradosso: un libero e disinteressato amore per l'umanità in rovina ha indotto il Padre a immolare il suo amatissimo Figlio. La passione è la massima rivelazione d'amore; è la massima effusione di Dio stesso. Chi mediante la fede vi si immerge, ottiene la vita eterna. Gesù è il dono di Dio Padre, è la vita del mondo: chi ne respinge la divinità e la missione è in stato di inimicizia con Dio, è avulso dalla vita, è nella condanna, "è già giudicato". Il piano di salvezza universale di Dio Padre è condizionato alla posizione che l'uomo prende nei confronti di Cristo. L'uomo non può restare indifferente: l'indifferenza di fronte all'amore è un rifiuto, un no all'amore. Gesù, luce del mondo, è venuto a illuminare; non si contenta di rinnovare nell'oggi dell'uomo i prodigi di Dio, segni della sua benevolenza verso di noi, ma si fa lui stesso sacramento, segno sensibile e credibile dell'amore che è Dio. Perciò chi non mette Cristo al centro della sua vita non vedrà la luce, non vedrà neanche la vita.
Disse un anziano: «L'umiltà non è uno dei piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti».
CHE NESSUNO PARLI DOPO COMPIETA In ogni momento i monaci devono coltivare il silenzio, ma soprattutto nelle ore notturne. Perciò in tutti i tempi, sia nei giorni di digiuno che nei giorni del doppio pasto, ci si regoli così: se è un giorno in cui c'è il pranzo, i fratelli, appena alzatisi da cena, si riuniscano tutti insieme e uno legga le Collazioni o le Vite dei Padri o altro testo che edifichi chi ascolta; ma non i primi sette libri della Bibbia o i libri dei Re, perché alle menti deboli non sarebbe utile udire a tale ora queste parti della Scrittura, le quali tuttavia si devono leggere in altri momenti. Se invece è giorno di digiuno, dopo la celebrazione dei Vespri, fatto un breve intervallo, si riuniscano subito per la lettura delle Collazioni, come abbiamo detto sopra; se ne leggano quattro o cinque fogli o quanto l'ora permette, per dare modo a tutti, durante il tempo della lettura, di radunarsi insieme, anche quelli occupati in qualche ufficio loro assegnato.
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