Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 04 marzo 2007

Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo

Il celebre racconto delle promesse divine rivolte ad Abramo si era iniziato con una disposizione categorica: "Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò". Questo ordine di rinunziare ad ogni vincolo sociale e familiare è stato imitato nel corso dei secoli da quanti hanno accettato di dedicarsi totalmente a Dio in una scelta di vita consacrata. Nella narrazione trasmessa dal libro della Genesi, i tre settori di azione di Dio erano stati indicati: la promessa di una posterità innumerevole; quanti accetteranno la storia della salvezza saranno figli della promessa; infine, nella discendenza di Abramo e dei figli della promessa, saranno incluse tutte "le famiglie della terra". Giunto a destinazione, Abramo offre un sacrificio, che lo mette in una relazione giusta con Dio, con un rito di giuramento: Dio si impegna in modo irrevocabile. La Quaresima ci aiuta ad approfondire le radici della vocazione Il Signore è mia luce e mia salvezza. Il breve estratto della lettera di S.Paolo ai Filippesi è un riassunto di una catechesi battesimale in uso agli inizi della Chiesa. Alcuni sono nemici della Croce di Gesù e sono intenti alle cose della terra; altri hanno scelto la patria dei cieli. Per questi, Cristo salvatore trasfigurerà il corpo mortale "in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose". Il cristiano rivive l'incarnazione, la morte e la risurrezione del Signore: la spiritualità quaresimale è centrata sul ruolo di Cristo nella storia sacra, e ci fa desiderare di raggiungere la mèta: la fedeltà conduce a quell'incontro. Il centro della Quaresima è Gesù Cristo, maestro di vita e redentore. Lo vediamo nell'episodio della trasfigurazione. In quel brano è presente la prima professione di fede di S. Pietro e l'annuncio da parte di Gesù della sua passione e della necessità di seguirlo portando la croce. I ricordi delle antiche manifestazioni divine dichiarano implicitamente che Gesù, accompagnato da Mosè ed Elia, realizza la pienezza della Legge e dei Profeti, e pertanto egli è la guida dell'umanità verso una pienezza di fede in Dio. Gesù sale sul monte per pregare in disparte: nel colloquio con il Padre avviene la conferma del suo destino. La nube luminosa, con la voce divina, attesta che Dio è presente per ratificare la missione del "Figlio mio l'eletto; ascoltatelo". Scendendo dal monte, il cammino si riprende nella fede; ormai ascoltare Cristo significa obbedire alla sua voce. Lo stesso S. Benedetto incoraggia: "Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e tendi l'orecchio del tuo cuore, accogli volentieri l'ammonimento del padre affettuoso ed eseguiscilo con impegno" (Regola, prologo).


Apoftegmi - Detti dei Padri

La lotta della preghiera.

«I fratelli chiesero al padre Agatone: "Padre, nella vita spirituale quale virtù richiede maggior fatica?". Dice loro: "Perdonatemi, ma penso che non vi sia fatica così grande come pregare Dio. Infatti, quando l'uomo vuole pregare, i nemici cercano di impedirlo, ben sapendo che da nulla sono così ostacolati come dalla preghiera. Qualsiasi opera l'uomo intraprenda, se persevera in essa, possederà la quiete. La preghiera invece richiede lotta fino all'ultimo respiro"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE NEI GIORNI FERIALI

Nei giorni feriali le Lodi mattutine si celebrino in questo modo: si dica il salmo 66 senza antifona, rallentando un po' come la domenica, in modo che tutti si trovino presenti al salmo 50 da dirsi con l'antifona. A questo seguiranno altri due salmi secondo la consuetudine e cioè: al lunedì, i salmi 5 e 35; 5al martedì, il 42 e il 56; 6al mercoledì, il 63 e il 64; 7al giovedì, l'87 e l'89; al venerdì, il 75 e il 91; al sabato, il salmo 142 e il cantico del Deuteronomio diviso in due Gloria. 10Negli altri giorni il cantico dei Profeti si dica ciascuno al giorno suo, secondo l'uso della Chiesa Romana. Seguano quindi le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apostolo da recitarsi a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.


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