preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù, come fa il sommo sacerdote ebraico annualmente, è entrato nel santuario una volta sola, con il proprio sangue. Ma nel caso di Gesù si tratta del santuario della sua umanità trasfigurata dalla potenza di Dio. Lo spirito eterno che sta all'origine della sua offerta per amore. Di qui deriva l'efficacia radicale dell'autodonazione di Gesù che fa passare i credenti dalla schiavitù del peccato al servizio del Dio vivente. In questa nuova prospettiva si intuisce qual è il nucleo del culto cristiano come partecipazione all'offerta di Gesù. Nella donazione di Gesù a Dio, l'umanità, di cui egli è rappresentante, passa dalla schiavitù del peccato al servizio del Dio vivente. È un dono gratuito del Dio di Gesù ad ogni uomo che si affida a lui. Con Gesù possiamo allora applaudire Dio ed acclamarlo perché ci chiama a lavorare per il suo regno. Nel vangelo, Gesù, secondo il buon senso comune, è esagerato. Questo è il primo sintomo di quella tensione con l'ambiente parentale che attraversa la prima parte del vangelo di Marco. In tal modo egli mette in guardia i lettori di tutti i tempi contro la tentazione di ridurre l'immagine di Gesù a quella commisurata ai propri schemi, fossero pure suggeriti dal cosiddetto buon senso. Non basta la vicinanza fisica o il legame di parentela per capire il mistero di Cristo.
Un fratello chiese ad abba Arsenio di dirgli una parola. E l'anziano gli disse: "Lotta con tutte le tue forze perché il lavoro che fai dentro di te sia secondo Dio e così vincerai le passioni di fuori"
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE L'abate ricordi sempre ciò che è, ricordi come viene chiamato e sappia che a chi è stato affidato molto sarà richiesto molto di più (cf. Lc 12,48). Si renda conto di quanto sia difficile e arduo l'incarico che si è assunto, quello di guidare le anime e di mettersi al servizio della diversa indole di molti, dovendo trattare uno con la dolcezza, un altro con i rimproveri, un altro ancora con la persuasione; e, secondo il temperamento e il grado di intelligenza di ciascuno, egli si adatti e conformi a tutti, in modo che non solo non abbia a subire perdite nel gregge a lui affidato, ma anzi possa rallegrarsi dell'incremento del buon gregge.
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