preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il popolo d'Israele non è più lasciato nell'abbandono a motivo delle sue colpe e infedeltà: l'amore di Dio lo riprende e si compiace in lui. Ora un vincolo sponsale lega Dio con il suo popolo. Questo vincolo diventerà perfetto e indissolubile quando l'umanità sarà congiunta con Gesù, il Figlio di Dio, lo Sposo della Chiesa. C'è un solo Spirito, che tiene unita tutta la comunità cristiana. Dall'unico Spirito derivano i vari doni, o, come dice San Paolo, i vari carismi e grazie: chi ne ha l'una, chi ne ha l'altra. Ma sono doni che vanno spesi per l'utilità comune, per il bene di tutti. Con la presenza alle nozze di Cana, Gesù prefigura la sua presenza nelle nozze cristiane con il sacramento che santifica l'amore. Il miracolo trasforma l'acqua in vino: la legge con i suoi riti di purificazione, è sostituita dal vino del nuovo Testamento. Il miracolo di Cana è il primo segno che inizia la manifestazione di una realtà, la gloria di Gesù, e provoca l'adesione di fede dei discepoli. Il segno rivelativo massimo di questa gloria si ha nell'esaltazione della croce, intimamente legata all'evento della risurrezione; è lì che Cristo manifesta la pienezza del suo amore per gli uomini e l'integrità della sua docilità al volere del Padre; è lì che si compie la sua ora verso cui è tesa l'intera sua vita. L'ora infatti è il tempo del compimento del grande disegno del Padre, la salvezza degli uomini mediante il sacrificio del Figlio. In questo contesto qual è il senso dell'intervento della Madonna? Non è soltanto un atto materno di premura in favore di una coppia in difficoltà, ben di più è l'espressione del rapporto che lega Maria a Gesù nell'opera redentiva. Attraverso l'opera premurosa di Maria, Gesù continua a distribuire oggi il buon vino della nuova e definitiva alleanza che è l'amore. A noi spetta il compito di accogliere docilmente il dono secondo il monito di Maria: "Fate quello che vi dirà".
Ad un Abba chiesero: cosa è la rabbia? E lui rispose: è una punizione che noi diamo a noi stessi per l'errore di qualcun altro.
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE L'abate pertanto non deve insegnare né stabilire né ordinare nulla che sia contrario - ciò non sia mai! - alla legge del Signore; ma i suoi comandi e i suoi insegnamenti infondano nell'animo dei discepoli un fermento della giustizia divina. Ricordi sempre l'abate che tanto della sua dottrina quanto dell'obbedienza dei discepoli, di tutte e due le cose si farà un esame rigoroso nel tremendo giudizio di Dio.
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