preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il luogo del tesoro dove si depositavano le offerte per il Tempio era collocato nell'atrio delle donne. Il denaro che vi si gettava era espressione della riconoscenza verso il Signore per i tanti suoi benefici, e rientrava in quella decima che era per ogni pio israelita, un soave legame con il Signore. Ma come in tutte le cose umane il male si annida facilmente. Quell'atto così sacro era diventato per molti sfoggio della propria personalità. L'evangelista annota: "Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide pure una povera vedova che stava gettando due spiccioli". In modo solenne Gesù segnala ai suoi discepoli il "più" dato dalla vedova, che dona tutto quanto possiede, indicando in ciò il modello del suo discepolo che mette tutto quanto ha ed è a disposizione di Dio. Il denaro, insieme al consumismo che su di esso si basa, è giunto a costituire per molti il surrogato dell'autentica religione. Tutto è immolato sul suo altare: lavoro, salute, principi morali, famiglia, amici, alfine di apparire, avere potere e godersi la vita. A Dio non si deve né tanto né poco né nulla: Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono gratuito del suo amore per noi. "Noi siamo opera delle sue mani". L'unica cosa da fare è corrispondere liberamente a questo suo amore. Questa donna fa con semplicità ciò che è impossibile a tutti, perché ama come è amata. Ella è una dei quei poveri nello spirito, a cui appartiene il Regno dei cieli.
Raccontava del padre Dioscuro, che mangiava pane d'orzo e farina di lenticchie. Ogni anno si proponeva le pratiche di una nuova disciplina. Diceva: "Non avrò incontri con nessuno quest'anno", oppure: "non parlerò", oppure: "Non mangerò nulla di cotto", o ancora: "non mangerò frutta e verdura". Faceva così tutte le pratiche possibili, non faceva in tempo a compierne una che ne inizia un'altra. E ciò avveniva ogni anno.
I FIGLI DEI NOBILI E DEI POVERI Se per caso un nobile vuole offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il fanciullo è ancora in tenera età, i genitori scrivano la carta di petizione, di cui abbiamo parlato sopra; e insieme alle offerte della Messa avvolgano nella tovaglia dell'altare la stessa petizione e la mano del fanciullo; e così lo offrano.
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