preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
(per le letture del giorno)
...a salvare ciò che era perduto...
Nel racconto odierno l'evangelista Luca vuole unire in uno sguardo d'insieme il correre di Zaccheo e l'amore di Gesù che lo cerca in quell'alzar gli occhi e scorgerlo fra i rami, primizia della sua offerta, che consumerà in Gerusalemme. Mentre Gesù attraversava la città, la gente si affollava intorno a lui. Anche un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, voleva vederlo. Ma la folla glielo impediva, perché era basso di statura. La sua posizione civile come capo dei pubblicani e come gabelliere era un impedimento morale e sociale insormontabile per potere vedere e accogliere Gesù. Ma l'incontro si realizza al di là delle aspettative di Zaccheo nella giustizia del regno, che Gesù veniva a inaugurare. La salvezza impossibile a tutti, non lo è a Dio, che in Gesù "veniva a cercare e a salvare ciò che era perduto". Finalmente il desiderio di Zaccheo di vedere Gesù si incontra con quello di Gesù: "Zaccheo, discendi in fretta, perché oggi devo fermarmi a casa tua". Con grande gioia lo accolse in casa sua, suscitando le critiche di tutti, perché gli esattori delle imposte per conto dei romani erano considerati peccatori pubblici e odiati non poco. Ma questo non lo considerava Zaccheo, perché era pieno di gioia e, non importava a Gesù, "venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". E' il faccia a faccia con il suo Salvatore, al quale ciascuno è chiamato. Quest'uomo ricco, arricchitosi a suo modo, fa davanti al Signore la sua confessione e il suo proposito. Ben al di là di quanto stabiliva la Legge, egli restituisce quanto ha sottratto. E per esprimere la sua conversione si impegna solennemente: "Ecco Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri". Mentre il giovane ricco va gioiosamente incontro a Gesù e alla risposta richiesta, divenne assai triste, perché era molto ricco, Zaccheo, anch'egli uomo ricco, compie di sua iniziativa il gesto di liberazione dal peso delle ricchezze, condividendole con i poveri. La trasformazione interiore dell'uomo, che Dio opera in noi, deve infatti proiettarsi all'esterno, in un'azione fraterna e liberatrice, sulla comunità umana nella quale il cristiano vive e condivide.
Un filosofo chiese a sant'Antonio: Padre, come puoi essere così felice quando sei privato della consolazione dei libri? Antonio rispose: Il mio libro, o filosofo, è la natura, e ogni volta che voglio leggere le parole di Dio, il libro è davanti a me.
GLI ARTIGIANI DEL MONASTEROQualora poi si dovesse vendere qualcosa dei prodotti degli artigiani, quelli che devono trattare l'affare si guardino bene dal commettere alcuna frode. Si ricordino sempre di Anania e Saffira (cf. At 5,1-11), perché la morte che questi subirono nel corpo, essi e tutti coloro che commettono frode riguardo ai beni del monastero, non abbiano a soffrirla nell'anima. Negli stessi prezzi poi non si insinui il male dell'avarizia, ma si venda sempre a un importo alquanto inferiore a quello corrente tra gli altri secolari, perché in tutto sia glorificato Dio (1 Pt 4,11).