Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 05 settembre 2006

Parlare con autorità.

Nel nostro mondo, particolarmente nella nostra epoca, il parlare, il comunicare in genere, sta assumendo una importanza sempre maggiore. Chi ha a disposizione i moderni mezzi di comunicazione di massa gode di grande prestigio ed autorità. Gesù ci dimostra che invece che l'autorità della parola sgorga da fattori ben diversi. Egli innanzitutto si propone come modello di vita, quanto egli proclama lo vive e lo testimonia: «imparate da me». Egli è il primo testimone del suo vangelo. Dichiara di essere venuto non per fare la propria volontà ma quella del Padre che lo ha inviato. L'autorità del Cristo si manifesta ancora nell'efficacia della sua preghiera: Egli compie segni e prodigi che dovrebbero indurre a conversione. Egli ancora ha pieno potere sulle forze del male che insidiano la vita degli uomini. Scaccia con autorità i demoni dagli ossessi. Rifiuta la loro testimonianza anche quando lo riconoscono figlio di Dio. Non può essere il Menzognero sin dal principio a proclamare la verità sul Cristo. Dobbiamo concludere che la nostra autorità di credenti la possiamo e dobbiamo esprimere innanzitutto con la verità e coerenza della vita. Dobbiamo per questo sorbire ogni giorno la Verità rivelata affinché sia luce e lampada ai nostri passi. Gesù ci ammonisce: «risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». San Benedetto identifica tutto questo con lo zelo buono che debbono avere i suoi monaci: è la forza dell'esempio che diventa, nel vivere insieme, espressione di fraternità e aiuto reciproco nell'assidua ricerca di Dio. Dove regna questa carità e questo tipo di zelo non si avverte più il «peso» dell'autorità perché facilmente si raggiunge una perfetta unità d'intenti. Questo vale anche per la vita famigliare.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'audacia della preghiera.

«Una volta Abramo, il discepolo di padre Sisoes, fu tentato dal demonio. L'anziano vide che era caduto, e levatosi in piedi tese le mani al cielo dicendo: "O Dio, sia che tu voglia, sia che tu non voglia, non ti lascerò se non lo guarirai...". E all'istante fu guarito».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE VIGILIE NELLE FESTE DEI SANTI

Nelle feste dei Santi e in tutte le solennità si celebri l'Ufficio come abbiamo indicato per la domenica, 2eccetto
che si dicano i salmi, le antifone e le letture proprie di
quel giorno; ma si mantenga l'ordine stabilito sopra.


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