preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
In questo episodio evangelico, la scena descritta si lega al tema e all'atteggiamento del discepolato. "Essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono". Subito si scatena una tempesta così forte che la barca scompariva tra le onde; nel frattempo Gesù dormiva. Egli vuole istruire i suoi discepoli, mettere alla prova la loro fedeltà e, soprattutto, consolidare la loro fede in lui. Per questa ragione, immediatamente prima di calmare la tempesta, rimprovera gli apostoli impauriti: "Uomini di poca fede!". Fede significa dunque in questo caso, ed in molti altri casi, quell'affidamento pieno e totale che comincia proprio là dove le nostre forze, le nostre capacità si fermerebbero. Fede significa camminare nella dimensione di Dio, che può tutto e che mette la sua potenza a disposizione dei suoi amici. A causa della nostra debole fede, diventiamo spesso nervosi, ma il Signore Gesù non delude. Egli guida da sempre il suo popolo, sia in tempo di relativa calma che in tempo di crisi e di avversità. Lo ha promesso e lo fa: "Sarò con voi fino alla fine dei tempi". La sequela di Cristo ha le sue difficoltà, oggi come sempre. Vedere la presenza e la mano di Dio negli avvenimenti della natura e nella storia collettiva e personale non è sempre di facile comprensione. Non mancano i momenti di prova per la nostra fede, simili a quelli della tormenta sul lago. Quando la tempesta ci flagella, quando la Chiesa di Cristo è perseguitata, quando soffriamo ingiustamente, quando siamo in crisi profonda, quando la tentazione ci assale, quando perdiamo ogni credibilità ci sembra che Gesù dorma beatamente. Allora sorge spontaneo il grido sulle nostre labbra: "Non ti importa che moriamo?". Se il nostro grido è invocazione di soccorso, va bene, ma se è sfiducia per mancanza di fede, dovremmo ascoltare ancora il rimprovero di Gesù: "Uomini di poca fede".
«Abba - chiese un giorno un fratello al grande Antonio - perché, quando ti lodano, tu non rifiuti le lo-di? Rispose il padre dei monaci: Perché capita che rifiutiamo le lodi non per modestia, ma per essere lodati due volte...».
PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO Sorgiamo dunque una buona volta! È la Scrittura che ci scuote dicendo: «È ormai tempo di svegliarci dal sonno» (Rm 13,11); e, spalancati gli occhi alla luce divina e con gli orecchi attoniti per lo stupore, ascoltiamo di che ci ammonisca la voce di Dio che ogni giorno ci grida: «Oggi, se udirete la sua voce, non indurite il vostro cuore» (Sal 94,8); e ancora: «Chi ha orecchi per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alla Chiesa» (Ap 2,7).E che cosa dice? «Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore (Sal 33,12). Correte mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre della morte» (Gv 12,35).
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