Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 21 maggio 2006

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

Gesù, nel Cenacolo, la notte prima del suo tradimento, si intrattiene con i suoi apostoli. È il momento migliore per condividere con loro il suo testamento spirituale. Troviamo, in questi capitoli del vangelo di San Giovanni esortazioni, insegnamenti, profezie per il futuro, preghiere al Padre di intensità e spessore non umano. Chiede ai suoi apostoli l'amore; è il comandamento ultimo e più importante. Rassicura con il dono dello Spirito Santo, che può rafforzare un percorso di fede, che è provato da difficoltà di ogni tipo. Affida la vita dei suoi apostoli, dei credenti e di tutto il mondo nelle mani del Padre. Tutto questo ruota attorno a ciò che si sta per compiere: la sua Passione e Resurrezione. Gesù sa che sta per affrontare il momento più difficile e non solo per la sua vicenda umana. Sarà una prova terribile per i suoi discepoli. Sarà lo spartiacque che porterà non solo alla fede vera ma proprio a comprendere tutti quegli insegnamenti che sembravano così oscuri. Il Mistero Pasquale è al centro di tutta l'esperienza degli apostoli. Gesù vuole far comprendere che quello che succederà sarà la conseguenze dell'odio e dell'egoismo umano ma ha una radice ben più profonda. È il piano di amore di Dio che si realizza. Comprendere questo significa comprendere un mistero infinito. È il messaggio fondamento del lieto annuncio. Il Regno di Dio è un regno di amore che si realizza con la donazione di Cristo sulla Croce e si fa presente con la sua Resurrezione. La vita nei sacramenti è la nostra partecipazione al mistero pasquale. Chiediamo a Gesù che ciò si realizzi come atto di amore nella donazione più gratuita e sincera.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Proprio come il fumo fa uscire le api dall'alveare in modo che il miele venga loro sottratto, così una vita comoda priva l'anima dell'uomo del timor di Dio e cancella tutte le sue opere buone.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

GLI ARTIGIANI DEL MONASTERO

Se nel monastero vi sono degli artigiani, esercitino la loro arte in tutta umiltà e solo con il consenso dell'abate. Se però qualcuno di loro si insuperbisce per la perizia acquisita nella sua arte e perché pensa di recare una qualche utilità al monastero, costui sia sospeso da quell'attività e non torni ad esercitarla se prima non si sarà umiliato e l'abate non glielo avrà concesso di nuovo


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