preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il brano del Vangelo ci propone un invito pressante ad essere perfetti sulla similitudine del Padre celeste, cosa che ci sembra alquanto assurda non certo per saggia prudenza, ma per mancanza di conoscenza. Questa scalata la portiamo dentro di noi fin dal principio. Adamo ed Eva si sono lasciati coinvolgere dalla proposta del tentatore: "Sarete come dei". Hanno sbagliato solo la strada per diventarlo, nel progetto di Dio c'era. Ora a noi viene concessa tale similitudine all'interno di una alleanza e nel dono di una consacrazione battesimale, che ci uniforma a Cristo e ci rende partecipi del popolo sacerdotale. Siate perfetti (un altro evangelista, siate misericordiosi) - ci dice Gesù - come è perfetto il Padre vostro celeste. Quale è dunque la perfezione che noi dobbiamo imitare? Quella dell'amore, perché Egli è Amore! Chi per natura è amore, non può non amare. Dio continua il suo dono anche verso coloro che non lo amano. Ne abbiamo una prova inconfutabile: il Padre ha cambiato il furore omicida degli uomini su di Sé e sul proprio Figlio in dono di vita, vita divina, per tutti e per sempre. Ecco perché Gesù ci raccomanda cosa che ha fatto sempre per noi - di amare i nemici, di pregare per i persecutori, di non far del bene soltanto a quelli da cui l'abbiamo ricevuto. In questo modo possiamo verificare se il nostro amore può assomigliare a quello del Padre che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi. Siamo coscienti di essere abbastanza lontani nei fatti da questo stile di vita. Tuttavia siamo nella Sua scuola. Siamo nella Sua grazia. Siamo suoi figli nel Figlio. Non abbiamo il suo Spirito in noi che chiama Dio, Padre? La Quaresima è il momento per ricuperare la nostra dignità cristiana e tendere a mete spirituali che paiono irraggiungibili, se non fossimo sostenuti dalla tenerezza di Dio. Per grazia siamo stati generati conformi all'immagine del Figlio.
"Un fratello chiese ad abba Matoes: 'Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri non riesco a trattenerla, ma in ogni loro buona azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?' L'anziano gli rispose: 'Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere spigoloso, ma sferico, per poter rotolare verso tutti'. E disse: 'Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono i forti infatti che vanno in mezzo agli uomini".
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Alle Ore diurne si inizi sempre con il versetto: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2) e il Gloria; quindi l'inno di ciascuna Ora. A Prima della domenica si dicano quattro strofe del salmo 118; nelle altre Ore, cioè a Terza, Sesta e Nona, tre strofe per volta dello stesso salmo 118.
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