Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 25 dicembre 2005

E' la Porta del Cielo, quella che si apre in questa notte di Natale per noi, ad aprirla a tutti è lo stesso Iddio: Egli, in un impeto di amore, ci apre ancora il suo cuore di Padre; ci dona, nel Cristo che nasce, la Via della salvezza. Il suo Figlio viene al mondo Bambino in una grotta perché Maria santissima, la Vergine Madre, gli ha aperto con il suo "si" la porta del suo cuore immacolato, già pronto a ricevere lo Spirito Santo, già colma di amore divino. La grotta di Bettelemme è aperta, è spalancata al mondo da duemila anni e attende che l'umanità intera vi entri definitivamente con la fede e la semplicità dei pastori. Ci giunge pressante e coinvolgente dal successore di Pietro l'invito a varcare la porta della salvezza, che ancora una volta, dopo due secoli di storia, viene aperta al mondo e additata ad ognuno come ingresso ad una vita nuova. Oltre quella porta, la porta del cuore di Dio, la porta del cuore purissimo di Maria, la porta del cuore del vecchio Pontefice, fiero ed intrepido pastore, oltre la porta santa del primo tempio della cristianità, oltre la porta della chiesa nostra madre, a noi è dato di trovare Cristo, il Figlio di Dio incarnato; prima di pensare a varcare la soglia del duemila, la soglia di quella porta santa siamo chiamati ad oltrepassare; prostrati adoriamolo nella sua divinità e nella sua umanità. Gli occhi della carne ci mostrano un bambino inerme e infreddolito, quelli della fede il Re dei re e il Signore dei Signori, il Principe della pace.


E' un Natale diverso quello oggi, ci verrebbe da dire, un Natale che vuole riappropriarsi di tutti i suoi perenni valori per riproporli a ciascuno di noi. E' un Natale, nonostante tutto, atteso e desiderato da tempo, ma anche svilito e misconosciuto da tanti. E' ancora il Natale dei poveri, degli abbandonati, dei derelitti, dei macchiati dal male, è ancora il Natale della riconciliazione e della sospirata pace, è ancora il mio e il tuo Natale. Quel Bimbo ci parla di vita, ci parla di amore, ci parla di perdono e di pace. Egli ha una missione universale di salvezza da compiere, ma l'inizio del suo cammino tra noi è segnato da un annuncio di speranza, il primo passo indispensabile per rinascere e risorgere. Abbiamo bisogno di essere rianimati e confortati; al nostro mondo urge una testimonianza di amore limpido, intensa ed efficace come solo Dio sa donarcela, come solo il Natale ce la sa trasmettere.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "quanto più gli atleti fanno progressi, tanto più è forte l'avversario che attacca".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN MONASTERO NESSUNO ARDISCA DIFENDERE UN ALTRO

Bisogna assolutamente evitare che nel monastero un monaco ardisca difendere un altro o quasi proteggerlo per qualsiasi motivo, anche se fossero uniti da un qualche vincolo di parentela. In nessun modo i monaci osino far questo, perché ne può nascere gravissima occasione di scandalo. Chi trasgredisce questa norma, sia punito molto severamente.


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