preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Anche Giovanni sta andando incontro ad un "fallimento", dopo aver additato al mondo l'Agnello che toglie i peccati del mondo; la sua fedeltà gli costerà il martirio; egli non solo annunzia, ma anche precede Cristo. E' il vero Precursore. Egli sa che i discepoli rischiano di scandalizzarsi e di andare in crisi di fronte alla violenza che uccide, di fronte all'apparente sconfitta della verità e dell'amore. Questo è il motivo per cui il Battista invia i suoi seguaci con una domanda da rivolgere allo stesso Signore: "Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?" Gesù invita ad udire e a vedere. Non, quindi, mere dichiarazioni, ma una dottrina nuova, che esce dalle sue labbra ed un agire che dimostra la sua potenza divina e il ruolo di redentore nei confronti dell'uomo malato nel corpo e nello spirito. Così è colui che sta per venire ancora una volta in mezzo a noi!
Un fratello disse al padre: "se cado in qualche misera colpa, il mio pensiero mi consuma e mi condanna, 'dicendomi perché sei caduto?'" Disse a lui l'anziano: "nel momento in cui l'uomo cade in una mancanza e dice: 'ho peccato!', subito trova quiete".
L'ELEZIONE DELL'ABATE Non sia agitato e apprensivo, non sia pignolo e ostinato, non sia geloso e troppo sospettoso, altrimenti non avrà mai pace. Negli stessi comandi sia previdente e ponderato, tanto se la cosa è di carattere spirituale quanto se è di carattere materiale; negli ordini che dà agisca con discernimento e moderazione, tenendo presente la discrezione del santo Giacobbe quando diceva: «Se faccio stancare troppo a camminare le mie pecore, mi moriranno tutte in un solo giorno» (Gen 33,13 Volg.).
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