Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 21 novembre 2005

Lo sguardo di Gesù

Gesù si guarda attorno e coinvolge i presenti in una relazione nuova e diversa. Non si può essere indifferenti al suo proporsi, con lo sguardo, con il suo messaggio di amore! Basta una parola, un ammonimento, uno sguardo, sguardo di amore, sguardo di misericordia per sentirsi poi coinvolti. È uno sguardo che diventa progetto di vita; implica un dinamismo nuovo per chi lo ascolta: chi compie la volontà di Dio diventa familiare di Cristo, erede della promessa eterna di Dio. Si entra nella gioia del Signore; Cristo sa bene che solo in Lui si può compiere la volontà del Padre! È un invito alla sequela; piena e che – nell'arco di tutta la vita di Cristo – significa anche poi inserirsi nel suo mistero della Passione e Resurrezione.
Non possiamo non sentire, anche noi lo stesso sguardo e non possiamo restarne indifferenti. La vita è - quindi - trasformata ed assume un senso pieno e completo. In Cristo, nel suo Spirito, tutto assume un suo fondamento sicuro; una solidità che le relazioni umane da sole non possono garantire. Le semplici relazioni di parentela, anche le più naturali, se non sono vissute in Cristo sembrano assumere solo una convenzione di opportunità sociale. Non possiamo dimenticare che allo sguardo Gesù associa un invito che diventa quasi un monito: fare la volontà del Padre e lì che troviamo la qualità vera di questo sguardo. È uno sguardo di amore che chiede lo stesso amore!


Oggi ricorre la Giornata della Vita contemplativa. Ricordiamo nelle nostre preghiere tutte le monache e i monaci, separati dal mondo nei monasteri di clausura, che pregano per la Chiesa e per noi, che offrono la loro vita nella totale donazione alla preghiera e alla contemplazione dei misteri di Dio.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Un filosofo chiese a sant'Antonio: Padre, come puoi essere così felice quando sei privato della consolazione dei libri? Antonio rispose: Il mio libro, o filosofo, è la natura, e ogni volta che voglio leggere le parole di Dio, il libro è davanti a me.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

GLI ARTIGIANI DEL MONASTERO

Qualora poi si dovesse vendere qualcosa dei prodotti degli artigiani, quelli che devono trattare l'affare si guardino bene dal commettere alcuna frode. Si ricordino sempre di Anania e Saffira (cf. At 5,1-11), perché la morte che questi subirono nel corpo, essi e tutti coloro che commettono frode riguardo ai beni del monastero, non abbiano a soffrirla nell'anima. Negli stessi prezzi poi non si insinui il male dell'avarizia, ma si venda sempre a un importo alquanto inferiore a quello corrente tra gli altri secolari, perché in tutto sia glorificato Dio (1 Pt 4,11).


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