Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 10 novembre 2005

I silenzi di Dio.

Il popolo d'Israele, al tempo di Gesù, era stanco di subire esili e sopraffazioni. Sotto questa forte pressione psicologica, che feriva l'orgoglio di sentirsi prima prediletto e poi umiliato dal Signore degli eserciti, autore da sempre delle loro vittorie e del loro riscatto dalle diverse schiavitù, pensavano e attendevano il Messia prefigurandolo come un nuovo e più potente liberatore, capace di ricondurre Issale ai passati fulgori. In questo contesto leggiamo l'interrogativo che oggi i farisei pongono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Gesù senza esitare, corregge le loro errate attese. «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». L'agire del Signore non si manifesta mai come spettacolo visibile agli occhi della carne. Lo si riconosce alla luce della fede, non attira l'attenzione dei sensi, ma smuove le coscienze se disposte a comprendere i segni di Dio. Esiste ancora la tentazione di attenderci dal Signore manifestazioni eclatanti e spettacolari, sullo stile di quelli che spesso inscenano gli uomini. Nel primo libro dei Re leggiamo: "Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento". Egli si manifesta ad Elia nel mormorio di un vento leggero. Si manifesta di prevalenza agli umili e ai puri di cuore e a tutti coloro che fanno ardere dentro la luce della fede. Se ai nostri giorni, talvolta in tono accusatorio, si parla del silenzio di Dio, dobbiamo concludere che ciò dipende soltanto dalla cecità e dalla sordità degli uomini. Accadeva gia ai tempi di Cristo; egli era lì in mezzo a loro, aveva iniziato la sua predicazione dicendo semplicemente: "Convertitevi e credete al Vangelo. Il Regno di Dio è vicino". Quella voce però per molti era caduta nel vuoto. C'è ancora il rischio di volerLo cercare chi sa dove, chi sa in chi, e non accorgersi che egli è vivo e presente in mezzo a noi a condividere in tutto la nostra penosa storia. Quando le fede è debole e la prostrazione diventa più penosa, ci si affanna a cercare ed inventare falsi cristi e a lasciare loro ampi spazi per poi cadere nelle peggiori delusioni. Cristo è vivo e presente nella nostra storia, vuole vivere in ciascuno di noi!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba disse: Malvagità non caccia affatto malvagità; se uno ti ha fatto del male, tu fagli del bene, per distruggere la sua malvagità con le tue opere buone.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI

Tutti gli ospiti che sopraggiungono siano accolti come Cristo, poiché egli dirà: «Ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 25,35). E a tutti si renda l'onore dovuto, soprattutto ai fratelli nella fede (Gal 6,10) e ai pellegrini. Non appena quindi viene annunziato un ospite, subito gli vadano incontro il superiore e i fratelli con tutte le premure suggerite dalla carità; prima si preghi insieme e poi ci si scambi il segno della pace. Questo bacio di pace appunto non sia mai dato prima di aver pregato insieme, per evitare le illusioni diaboliche. Nel modo stesso di salutare si dimostri la più grande umiltà verso tutti gli ospiti che arrivano o che partono: col capo chino o con tutto il corpo prostrato a terra si adori in essi Cristo, perché è lui che viene accolto.


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